Il sogno può bastare, se le pecore sono poche. Si potrebbe parafrasare Emily Dickinson per spiegare il senso del “Sogno dei pastori” film di Tomaso Mannoni regista cagliaritano che esordisce nel lungometraggio di finzione dopo una carriera di affermato documentarista. Il film di Mannoni è un sogno ad occhi aperti che ha l’ironia e il meccanismo ad orologeria della commedia classica.
Dopo il debutto al Riff- Rome Independent Film Festival, la selezione alla Maddalena per “La valigia dell’attore” la scorsa estate e la selezione ufficiale al festival di Richmond, il film, prodotto da Ombre Rosse e Blue Film, presentato in anteprima per la stampa questa mattina al cinema Odissea di Cagliari sarà proiettato questa sera, in prima nazionale per il pubblico questa sera all’ Odissea alle 18, e alle 20, 30 e al Notorius, alle 17, 19 e 21 e in contemporanea a Roma al The Screen alle 20.15.
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A Cagliari saranno presenti il regista, l’ attore protagonista Alessandro Gazale e i produttori Luca Cabriolu e Andrea Di Blasio. Il film resterà in programmazione a Cagliari, per essere poi distribuito nelle sale regionali e italiane.
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Sullo sfondo i problemi irrisolti della pastorizia in Sardegna, con la crisi del mondo agro pastorale che morde le aziende. Protagonisti Ignazio, un pastore burbero, legato alla tradizione e allergico alla modernità; all’opposto, Andrea un napoletano, social media manager in fuga dal mondo fittizio delle reti virtuali. Tra loro Antonietta, la giovane sorella di Ignazio, insegnante precaria, rientrata in Sardegna per amore della propria terra. Ossessionato dai debiti che affliggono l’azienda e amareggiato dall’epidemia di lingua blu che uccide le sue pecore Ignazio resta estraneo alle lotte dei pastori. Per caso e di malavoglia ospita Andrea che gli propone un modo “social” di trovare i soldi necessari per salvare la sua attività.
“E’ una storia di soldi, di lavoro duro e di lavoro digitale, di fratellanza e isolamento, di amori non visti o non corrisposti. Ma soprattutto è una commedia – ha spiegato Tomaso Mannoni durante la proiezione – il tema sociale è sempre presente ma non prende mai il sopravvento. Gli argomenti legati al conflitto tra tradizione e innovazione sono raccontati con leggerezza e ironia. La speranza è quella di intrattenere il pubblico, strappargli più di qualche risata e fornire qualche spunto di riflessione sul presente”.
Il sogno dei pastori è interpretato in modo superbo da Alessandro Gazale (Ignazio) e Fabio Fulco (Andrea), con la presenza intensa di Astrid Meloni e Federico Saba.
I personaggi appaiono semplici archetipi, mossi, come nelle favole, da forze oppositive, s’incontrano in un paese, in un bar, nel presente immobile e incantato della Sardegna dei pastori. E come nelle commedie tipi antitetici s’incontrano nello stesso presente, nelle sue urgenze, per sognare insieme il modo di curare un processo economico malato.
Le immagini con la suggestiva fotografia di Matteo De Angelis e la scenografia d’autrice di Marianna Sciveres, rievocano una Barbagia, dove, prendendo a prestito le distopie di Philip Dick, nella fantasia del regista i pastori sognano pecore elettriche. O forse sono le pecore a vagheggiare di pastori digitali. Scorciatoie social per uscire da una crisi storica, col rischio di rimanere intrappolati irrimediabilmente in un ovile cibernetico.