‘Il muto di Gallura’ unico lungometraggio italiano al Torino film festival

Il film “Il muto di Gallura” di Matteo Fresi porta dal 26 novembre al 4 dicembre il cinema “Made in Sardegna” al Torino Film Festival.

È l’unico lungometraggio italiano tra i 12 film in concorso. Girato in Sardegna, principalmente ad Aggius e Tempio Pausania, è prodotto da Fandango e Rai Cinema.

Il film ruota intorno alla faida che ebbe luogo nella Gallura di metà Ottocento, tra le famiglie Vasa e Mamia e che causò la morte di oltre 70 persone. Bastiano Tansu è un personaggio realmente vissuto. Sordomuto dalla nascita, venne maltrattato ed emarginato finché la sua furia e la sua mira prodigiosa non divennero utili alla causa della faida. Il legame di sangue e l’assassinio di suo fratello Michele, lo annodano indissolubilmente ad uno dei due capi fazione, Pietro Vasa che lo trasforma nell’assassino più temuto dell’intera faida. Lo Stato e la Chiesa procedono per tentativi, spesso maldestri, per arginare l’ondata di terrore mentre le due fazioni si consumano a vicenda. Quando le paci di Aggius determinano la fine della faida, Bastiano sembra aver trovato anche la pace interiore nell’amore corrisposto per la figlia di un pastore. Ma in un mondo violento e superstizioso, che già da bambino lo additava come figlio del demonio, Bastiano non può essere assolto e andrà incontro alla morte per mano dello stesso cugino Pietro Vasa.

La prima ufficiale del film si terrà mercoledì 1 dicembre alle 19.30 al Cinema Massimo di Torino. “Siamo felicissimi che la Sardegna ancora una volta sia protagonista della competizione internazionale di un festival così importante – dichiara l’assessore regionale alla cultura Andrea Biancareddu – a testimonianza dell’importanza del lavoro di investimento nel cinema che la Regione sostiene e conferma di anno in anno”. Elizabeth Vargiu, assessora al turismo del Comune di Tempio Pausania mette in rilievo “la ricaduta economica e la visibilità del nostro entroterra, che affascina tantissimo anche se spesso viene sottovalutato, ma che nelle inquadrature del regista ha potuto dimostrare tutta la sua bellezza”.

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