Quella linea grigia che ovunque – nelle campagne sarde, anche vicino alle città – taglia l’orizzonte, è stata promossa a ‘Patrimonio dell’umanità’. Il riconoscimento è arrivato dall’Unesco e riguarda, più che un oggetto, un’arte. Esattamente i muretti a secco. L’arte del ‘Dry stone walling’ che riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra. Per farli, in tutto il bacino del Mediterraneo, e non solo, si usano solo pietre. Scelte con cura e attenzione e posizionate con perizia. Tranne, a volte, la terra a secco. “Strutture sempre fatte in armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura”. Così si legge nella motivazione del riconoscimento. Un’arte, usata per creare confini – come nella nostra Isola con l’Editto delle chiudende – ma che è uno dei primi esempi di manifattura umana. Usato pure fini abitativi e ampiamente in agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese. Non solo, i muretti salvaguardano i terreni “da slavine e frane”. L’Italia è uno degli otto paesi che hanno presentato la candidatura: Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Sul profilo Twitter dell’organizzazione (leggi sotto) i complimenti.
? BREAKING Just inscribed on the #IntangibleHeritage List: Art of dry stone walling, knowledge and techniques. Congratulations Croatia??, Cyprus??, France??, Greece??, Italy??, Slovenia??, Spain?? & Switzerland??! ?