Il design sardo in “25 metri quadri”: Polizzi e la sua collezione di ceramiche

Borse come “contenitori del disordine”, vasi dalle forme geometriche che richiamano l’idea di una ricerca – necessaria e difficile – di disciplina e rigore. I lavori del designer cagliaritano Antonio Polizzi, classe 1980, sembrano avere molto a che fare con l’interiorità del suo autore, le sue necessità e aspirazioni. “Un continuo dialogo personale e una ricerca di se stessi – dice – che trova riscontro e nutrimento nei materiali e nelle lavorazioni di ciò che propongo”. Dai complementi d’arredo ai vasi d’autore passando per gli accessori, la sua ricerca è inconfondibile: il nero è il colore dominante, le forme sono pulite, semplici ed essenziali.

Venerdì scorso Polizzi ha inaugurato il suo nuovo studio in viale Regina Margherita a Cagliari, a metà tra galleria e concept store. Si chiama 25Mq ed è uno spazio che è definito dalle sue dimensioni e dal rapporto con gli oggetti che ospita. Una “scatola” molto essenziale all’interno della quale troveranno luogo i progetti di Polizzi e quelli di altri designer che verranno ospitati di volta in volta all’interno dei suoi spazi. “L’idea è quella di accogliere singoli progetti, da lanciare e ospitare per un mese. Per poi archiviarli dando spazio ad altro. Sempre mantenendo un focus preciso, una linea che andrà a identificare fortemente 25Mq”. Non solo: l’aspetto galleria sarà parte integrante del discorso e non è un caso se abbia deciso di partire con “Retorica”, la mostra di Michele Zuddas, graphic designer cagliaritano collaboratore di Polizzi da anni.

La prossima tappa sarà la presentazione del suo nuovo progetto, una collezione di ceramiche – realizzate in collaborazione con l’artigiano di Assemini Walter Usai – che riprende il concept del corrugato e della meccanica. “Sono un po’ ossessionato dalle forme circolari – dice – che richiamano l’idea del movimento. I vasi si ispirano ai materiali edili: il corrugato in particolare è usato per i cavi elettrici, per creare dei collegamenti. Poi mi sono ispirato alle forme della meccanica. Sempre movimento, insomma”. Ogni vaso è fatto a mano e quindi sarà un pezzo unico, non replicabile. “Si potranno usare per contenere piante e fiori o anche semplicemente come complementi d’arredo”. 

I suoi lavori sono quasi sempre neri. “Questo colore mi dà sicurezza. È molto discreto. Sembra farti dire: voglio che sia in risalto la mia persona e non la mia divisa. E poi non ha tempo”. L’altro marchio di fabbrica dei suoi lavori è la pulizia delle forme dei suoi prodotti. Lo si può vedere nelle borse che ha realizzato negli anni scorsi e che gli hanno dato una discreta visibilità internazionale. La prima collezione è stata presentata a Parigi e da lì è riuscito a entrare all’interno di store punti di riferimento della moda a livello mondiale: a Los Angeles, Firenze, Cagliari. 

“Le borse non erano semplici borse ma contenitori di idee”, spiega. “Dei contenitori per portare appresso con te i tuoi riferimenti, anche in modo disordinato. Il materiale era una pelle super resistente. Ogni pezzo era unico, non assemblato. Siccome volevo mantenere le radici produttive in Sardegna ho avuto la fortuna di trovare un artigiano – Matteo Loi di Cagliari – che mi ha consentito di lavorare bene con i requisiti tecnici adatti ai prodotti che volevo ottenere. 

Il suoi marchio, Ap.OOO, è in continua evoluzione e la costante è la personalità di Polizzi, le sue idee sul design e sull’arte. “Fin dall’inizio ho deciso di non focalizzarmi su un tipo di prodotto specifico: non troppa moda, non troppi complementi d’arredo – spiega il designer -. Il progetto rappresenta più il mio concetto di vita. Cerco di esprimere il mio punto di vista attraverso materiali e forme diverse. In questo momento la ceramica è il mezzo più adatto per quello che voglio esprimere. Ma il progetto rimane lo stesso, sia che faccia borse sia che faccia vasi”.

Andrea Tramonte

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