Una delle tendenza-colore del momento e soprattutto una scelta di autoaffermazione, ovvero “Grey is Punk!”. Una serie di 42 ritratti in mostra realizzati dalla fotografa cagliaritana Giovanna Aresu. “Donne che non temono l’avanzare dell’età – spiega all’ANSA – e il comparire dei capelli bianchi e hanno scelto di sottrarsi alla schiavitù del ritocco alla crescita e del colore artificiale per essere socialmente accettate”.
Questa successione di scatti ora fa parte dell’esposizione che sarà inaugurata l’8 Marzo a Cagliari, nello spazio Artelier63 in viale Diaz. Una data non scelta a caso. La mostra è inserita tra le iniziative di Non una di meno per la giornata internazionale della donna. Lo sguardo della fotografa coglie la bellezza di donne autentiche di età molto diverse, con le loro differenti acconciature. Extension, sfilati, a caschetto, cortissimi, medi, lunghi, lisci, mossi, e naturalmente bianchissimi, grigi, argento, chiome sale e pepe. Un dettame di stile che diventa il simbolo del diritto a rivendicare un’identità femminile lontana dagli stereotipi del “giovani e finte bionde, rosse o castane a tutti i costi”.
Lo spirito della mostra è racchiuso nel sottotitolo, “Il cambiamento possibile: la sfida delle donne che si liberano dalle convenzioni estetiche”. “Chi oggi sceglie di portare i capelli grigi compie un atto punk, inteso come cambiamento culturale dirompente – commenta ancora Giovanna Aresu – punk come rifiuto del modello femminile che la nostra società ci impone, come affermazione delle proprie idee attraverso la propria immagine, come ribellione attraverso le proprie scelte”. Intanto il tam tam è già partito anche sui social e questa galleria è destinata ad ampliarsi. “La donna deve sembrare più giovane della sua età anagrafica, non deve avere rughe ed aver i capelli di un colore qualsiasi purché non siano bianchi o grigi – conclude la fotografa – a differenza degli uomini per i quali vale il cliché ‘brizzolato affascinante’. Grey is punk è la risposta a questi stereotipi alla base di una inaccettabile discriminazione di genere”.
(Foto da profilo Facebook Atelier63)