Grazia Deledda, ricostruito l’abito usato per le nozze: in mostra nel museo a Nuoro

Da martedì 11 gennaio 2022 nella casa Museo di Grazia Deledda a Nuoro sarà possibile ammirare la ricostruzione dell’abito da sposa indossato per le nozze della scrittrice con Palmiro Madesani, celebrate a Nuoro proprio l’11 gennaio del 1900. I due sposi dopo il matrimonio di trasferirono a Roma. L’abito, che sarà esposto a Nuoro nella camera da letto dell’unica donna italiana premio Nobel per la Letteratura (1926), è stato sapientemente ricostruito dall’Isre – Istituto Superiore Regionale Etnografico – dopo un attento e certosino lavoro di ricerca, che ha permesso di replicare nel dettaglio foggia, modello, tessuti e taglia del capo da matrimonio.

Il vestito viene descritto minuziosamente dalla scrittrice dal marito a pochi giorni dalle nozze con una lettera che recita così: “Il vestito argento lilla sarà guarnito di perle: figurati lo scintillio; ti offuscherò addirittura, a meno che anche tu non ti metta le spalline e quella terribile sciabola di cui io ho tanta paura”. Non un abito bianco, ma un abito luminoso e lussuoso, completo di guanti e cappellino a sancire il nuovo status di donna maritata e scrittrice affermata. Un autentico passaporto per la nuova destinazione, Roma, e per la nuova vita, si legge nella nota dell’Istituto.

Di questo abito non è rimasta traccia, probabilmente Grazia lo usò in occasioni particolari, magari per andare a teatro, poi la moda cambiò” spiega Franca Rosa Contu, già responsabile del settore museale Isre, che ha coordinato i lavori di ricostruzione. “Data la sua valenza soprattutto simbolica – aggiunge Contu – l’Isre ha voluto proporne una riproduzione basata sulla descrizione in base a una piccola immagine esposta a Nuoro nel 1987 nel Museo casa natale Grazia Deledda e verrà riproposto proprio nella camera da letto della scrittrice che a suo tempo venne allestita per ospitare il futuro marito nel giorno delle nozze”.

L’esposizione rientra tra gli eventi organizzati per il 150esimo anniversario dalla nascita della grande scrittrice nuorese. “All’epoca in cui si conobbero, Palmiro Madesani lavorava come funzionario del ministero delle Finanze. Di lei lo colpirono il carattere e quell’aria severa e al tempo stesso gentile che mostrava con timidezza. E il suo talento di scrittrice. Per dedicarsi all’attività di agente letterario della moglie, Madesani lasciò il suo lavoro e condivise con lei il successo della carriera, compreso il viaggio a Stoccolma per ritirare il Nobel”, chiosa il direttore generale dell’Isre Marcello Mele.

“Il modo migliore per celebrare la Deledda è riempire di nuovi contenuti le giornate in suo onore” dice Marco Mulas, direttore scientifico dell’Istituto Etnografico, per questo “anche la ricostruzione dell’abito nuziale serve a riportare la scrittrice più vicina a noi, più attuale e più viva che mai”. “L’opera della Deledda tende a collocarsi su un piano di eternità per aver contribuito a costituire, come solo i grandi hanno saputo fare, il fondamento di un’idea di letteratura con finalità essenzialmente etiche” conclude Dino Manca, professore di Linguistica e filologia italiana e di Letteratura e filologia della Sardegna all’Università di Sassari, nonché coordinatore scientifico della Consulta Isre sulle celebrazioni deleddiane.

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