Fiber Art, a Samugheo prima Biennale: fili, intrecci e tappeti di quaranta artisti

Sino al 1 marzo 2020, al Murats, Museo unico regionale dell’arte tessile sarda di Samugheo (Oristano), sarà allestita un’importante rassegna dedicata alle relazioni tra arte, fibra e tessitura, attraverso un progetto inedito: la prima Biennale della Fiber Art della Sardegna. La mostra (nella foto del Murats una delle sale), a cura del direttore del museo, Baingio Cuccu, e Anna Rita Punzo, rappresenta la volontà di approfondire un percorso di ricerca e di mappatura dei linguaggi contemporanei sviluppati dagli artisti sardi che si sono confrontati, anche per solo una parte della propria ricerca, con le peculiari declinazioni tecniche, materiche, concettuali e performative di questa corrente artistica.

La Fiber Art è un’arte giovane, che nasce da una materia specifica generata dall’intreccio di materiali, tessili e non, ancora in cerca di una precisa sistemazione teorica e di un riconoscimento ufficiale nell’ambito dell’arte contemporanea. Parte della difficoltà della sua collocazione deriva dallo stesso valore aggiunto della Fiber Art, la cui radice fisica ed archetipica affonda nella tradizione tessile e nella manualità ad essa connessa. Cosciente della propria doppia anima questa forma espressiva si basa su discipline antiche, orientandosi ad una ricerca contemporanea e aprendo un vasto territorio di sperimentazione e innovazione.

Era il 1962 quando Jean Lurçat, fondatore insieme a Pierre Pauli del ‘Centre International de la Tapisserie Ancienne et Moderne’, inaugurò la prima mostra di Fiber Art: nacque così, a Losanna, la Biennale Internationale de la Tapisserie, prima esposizione pubblica in cui furono accettate solo opere tessute mediante la tecnica tradizionale dell’arazzo. Con questa esposizione Jean Lurçat, arazziere poliedrico, grande innovatore, pittore, incisore e indiscusso protagonista dell’esperienza artistica del ’900, inaugurò una nuova stagione indicando un nuovo percorso nell’ambito dell’Arte Tessile.

Quella della Fiber Art si distinse subito come espressione artistica trasversale, cogliendo le sue suggestioni dalle molteplici tematiche interpretate da diverse correnti: dal Futurismo all’Astrattismo, dall’Arte Povera e Concettuale, dalla Pop alla Video Art, trovando molta affinità, similitudini ed empatie nei contenuti della Land Art e nella memoria così attuale della Bauhaus e della sua esperienza artistica. Sin dai suoi esordi questa corrente ha aperto diverse possibilità all’intervento artistico anche attraverso la stampa, il ricamo, il nodo, il collage, il ready-made, cogliendo il passo della contemporaneità nel confronto con l’esperienza tessile intesa come motivo di memoria e di trasmissione, esperienza interiore, dimensione collettiva.

Il contesto sardo si distingue, in questo caso, per il forte legame con l’arte tessile che trova il proprio simbolo nella produzione di tappeti. Non a caso sono proprio i tappeti di Samugheo, località che ospita la Biennale, ad essere rappresentativi di questa tradizione iniziata negli anni 20 e sviluppatasi negli anni 70 grazie ad importanti innovazioni che hanno reso possibile la creazione di una rete commerciale e di contatti. Il titolo del progetto espositivo, Inventario 20, rimanda alla volontà di rilevare e registrare gli specifici e polisemici linguaggi artistici connessi alla Fiber Art in Sardegna, regione indicata con il numero 20 nel sistema dell’Icdd. Il percorso espositivo, conta oltre 150 opere realizzate da circa 40 artisti sardi che hanno fatto del rapporto con filo, fibra e materia tessile la cifra stilistica della propria produzione, o il felice esito di sperimentazioni nate dalla volontà di confrontarsi con le infinite potenzialità della Fiber Art.

Il filo, medium espressivo privilegiato, e la trama, tecnica prevalente utilizzata in tessitura, sono le essenziali basi di riferimento con cui nuove strade vengono battute, a cui si aggiungono nuovi materiali, ampliando e consentendo forme di sperimentazione attraverso la paglia, il metallo, la plastica, lo spago, la seta, il cotone, la lana di vetro, fino alle fibre ottiche. L’esposizione, dal sapore antico e attuale offre la possibilità di attraversare un metaforico viaggio nel tempo, come l’esperienza che passa tra le mani e si fa interprete del sentimento, perseguendo un’ambizione di bellezza, armonia e dialogo. La tessitura, la trama e l’intreccio, ripercorrono idealmente, la storia della vita dell’uomo, le infinite possibilita’ dei percorsi dei popoli e dei destini, raccontando l’umanità ed il suo tempo, tramandando e rinnovando un importante patrimonio culturale, unendo, infine, il visibile all’invisibile.

Gli artisti in mostra sono: Maria Lai, Luciana Aironi, Margherita Atzori, Pietrina Atzori, Silvio Betterelli, Zuanna Maria Boscani, Giovanni Carta, Betty Casula, Michele Ciacciofera, Tiziana Contu, Nietta Condemi De Felice, Antonello Cuccu, Angelino Fiori, Daniela Frongia, Dolores Ghiani, Pau Pau, Stefania Lai, Lalla Lussu, Michele Marrocu Serra, Maria Grazia Medda, Ruben Montini, Matteo Mossa Tolu, Carla Mura, Antonella Muresu, Rosetta Murru, Efisio Niolu, Sabrina Oppo, Barbara Pala, Bruno Petretto, Marco Pili, Arianna Pintus, Gian Giuseppe Pisuttu, Annacarla Scanu, Giovanna Secchi, Marcello Simeone, Antonella Spanu, Stefania Spanu, Nicko Straniero, Elio Ticca, Magda Ticca, Davide Tocco.

Gaia Dallera Ferrario

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