Festival di Sant’Arte, a omaggiare Sciola c’è anche il designer Flavio Manzoni

Sant’Arte, il festival di arti visive ispirato all’eredità artistica e filosofica di Pinuccio Sciola è partito ieri e prosegue per tutto il fine settimana. Questo pomeriggio, alle 17.30, al Museo del Crudo, la tavola rotonda con Flavio Manzoni, architetto designer nuorese, oggi senior vice president design della Ferrari, e l’imprenditore Gualiero Cualbu, dal titolo “Il valore del tempo”. Non solo concerti, dunque, ma anche conferenze, arti visive, poesia e “opere partecipative”, come quella di Giovanni Casu, artista che vive a Berlino, dal titolo  “When the rising sun” (Quando sorge il sole). “Un’opera che tutti potranno ammirare e accarezzare, e che quindi cambierà nella forma”, ha spiegato Elisabetta Villani, della direzione organizzativa. “Sant’Arte comincia con un piccolo preludio quest’anno, ma è un seme che germoglierà nel futuro”, sottolinea Tomaso Sciola.

 

Nel frattempo, Sant’Arte ha già fatto il miracolo. La monumentale opera in granito dal titolo “Omaggio a Gramsci”, attualmente ospitata nel bosco di pietre di San Sperate, sarà posizionata in tempi brevissimi, forse addirittura ai primi di ottobre, nel centro della restaurata piazza Gramsci, a Cagliari. Un regalo inatteso per la città, e di cui Pinuccio, lassù, nella sua costellazione di stelle, si starà sicuramente rallegrando. Sciola aveva lavorato con scrupolo e dedizione alla figura di Gramsci, al dramma della carcerazione, e già agli inizi del 2010 aveva voluto recarsi personalmente tra le mura livide del Palazzaccio di Turi, il carcere a una trentina di chilometri da Bari in cui Gramsci, matricola 7047, era stato recluso fino al 1933 e dove incontrò “il socialista” ovvero l’ex presidente Sandro Pertini. E proprio a Turi, il cui carcere conserva vuota e spoglia “la stanza di Gramsci”, Sciola voleva fosse installata l’opera; la burocrazia, però, ancora una volta lavorò contro, e quel monumento tanto annunciato non fu mai inaugurato.

A un anno dalla scomparsa, il seme di Pinuccio mette radici e germoglia, manifestandosi in tutta la sua potenza creativa in quel festival di Sant’Arte che avrebbe tanto voluto vedere realizzato in vita. Preludio all’edizione del 2018, il festival intende fare di San Sperate una fucina di sperimentazione artistica attraverso la messinscena di molteplici spettacoli dal vivo, proponendosi al contempo come momento di riflessione teorico-critica sui nuovi scenari dell’arte contemporanea. E dell’arte, in particolare dell’arte pubblica era innamorato Sciola, di porte e cortili e strade che si aprono e si vestono a festa, trasformandosi in originali palcoscenici senza tempo. Paragonava l’arte a un santo rendendola divina. E non era solo una provocazione. “E’ il gesto artistico che rende l’uomo più vicino a Dio” raccontava. E, inascoltato, non si stancava mai di metterlo in pratica.

Patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali, il festival di Sant’Arte sarà in scena fino a domenica con oltre cento artisti e un cartellone ricco di appuntamenti, spettacoli, tavole rotonde e progetti site-specific. Emozionati i figli Maria e Tomaso Sciola nel presentare il calendario: “Il patrimonio del festival siete voi, sono le persone -sottolinea Maria- ce lo ha insegnato bene babbo e non smetteremo mai di mettere in pratica il suo insegnamento”.

(Informazioni su orari e programmi: www.santarte.it)

Donatella Percivale

 

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