Parte il festival letterario di Gavoi. “E sono dieci”, dice soddisfatto – ed anche un po’ emozionato Marcello Fois – alla presentazione d’apertura. “Decima edizione che sa del miracoloso. Per quella che all’inizio era piuttosto considerata una follia. Ma il valore aggiunto del Festival letterario della Sardegna – dice lo scrittore originario di Nuoro – è che è fatto a Gavoi. Non è un festival calato dall’alto, al contrario è organizzato dallo staff del posto. Io sono solo un uomo immagine, in realtà, dentro un matriarcato che mi governa. Queste donne dell’organizzazione possono davvero organizzare qualsiasi cosa vogliano”.
Un Marcello Fois nelle vesti del presidente ben conscio, però, del ruolo che il festival di Gavoi in dieci anni di vita occupa e potrà occupare nel panorama letterario nazionale e non solo. Il Festival di Gavoi, infatti, è un incontro di culture che definiscono meglio la loro identità mentre si parlano tra loro.
Gli ospiti e le collaborazioni internazionali. Anche quest’anno sono numerose le collaborazioni con partner organizzativi internazionali. Ed anche quest’anno sono numerosi gli scrittori e gli operatori culturali che vengono dall’estero. In un isola dove tutto ciò che sta fuori è estero si incontreranno venerdì il tedesco Robert Hültner, il britannico Alex Whealtle. Sabato pomeriggio atteso l’incontro con Antonio Skàrmeta, autore dell’indimenticabile il ‘Postino’, e sempre sabato sarà la volta della Direttrice Generale del Goethe Institute in Italia, Susanne Höhn e la responsabile della sezione Arts, Alison Driver del British Institute.
Domenica invece sarà la volta dei poeti, la rumena Ruxandra Cesereanu e il sudtirolese Karl Lubomirski. Importante anche la collaborazione con il Forum austriaco di cultura.
Numerose inoltre le collaborazioni con l’isola dalla Fondazione Cambosu al consorzio Biblioteca Satta di Nuoro all’Enel, dalla rete Liberos alla Camera di Commercio di Nuoro, per coinvolgere infine anche il Man con una mostra della artista sarda Rossana Rossi.
Non solo il Festival è cultura che unisce ed incontra altre culture, ma è turismo estivo alternativo alle spiagge. È turismo rurale, per cui venendo qui, tra le strade e le abitazioni che mantengono la pietra con un senso del possesso – ed estetico – unico della propria identità, non stupisce più il fatto che tutto ciò accada e sia in Sardegna: ci si stupisce, piuttosto, del contrario. Quando non accade e non succede qui.
Davide Fara