L‘ex vecchia Curia o di Tortolì, un edificio in rovina costruito nel corso del ‘700 e abbandonato ai primi del ‘900, diventerà un centro culturale, tra sale conferenze, museo, foresteria e un parco di pregio.
A tre anni dall’inizio, i lavori per il recupero del palazzo procedono spediti grazie a un protocollo di intesa tra il ministero della Cultura, la Regione e la Diocesi – che hanno investito rispettivamente 1milione e 200 mila euro, 900mila e 150mila euro – e cominciano a vedersi i primi risultati. L’intervento, a cura del ministero, ha voluto ricercare un equilibrio tra la conservazione dell’edificio in rovina con il suo significato storico e culturale e l’adeguamento alla nuova destinazione d’uso.
Della storia dell’ex Episcopio, un edificio su tre piani con una cubatura di 5mila metri e un’area verde di 4mila e 500 metri quadri, si hanno poche tracce: è stato precedentemente palazzo nobiliare della famiglia Quigini-Puliga ed è stato costruito verosimilmente nel corso del Settecento. Poi entrò in possesso della Chiesa e fu destinato alla sede vescovile della Diocesi di Ogliastra tra il 1824 e il 1927 e nei primi decenni del ‘900. Probabilmente nel periodo delle due guerre, ospitò un insediamento militare.
“Possiamo presentare i primi risultati di un percorso lungo e faticoso ma ricco di soddisfazioni per me e per i colleghi impegnati nell’ intervento di restauro – ha detto la segretaria regionale del ministero della Cultura per la Sardegna, Patricia Olivo nel corso della presentazione del primo lotto dei lavori a Tortolì -. A oggi sono stati eseguiti tutti gli interventi di consolidamento poiché c’erano stati crolli importanti anche a livello delle coperture. L’ex Episcopio è stato recuperato nelle sue strutture e nelle sue forme, con particolare attenzione ai suoi spazi peculiari come la spettacolare altana (la torretta in cima alla struttura, ndr). Grazie a un ulteriore milione di euro del ministero i lavori saranno portati a termine entro il 2024″.
Il progetto, redatto dall’architetto, Fernando Russo della Rtp Ferima, prevede al piano terra uno spazio museale dedicato alla storia dell’edificio, una sala conferenze e spazi funzionali per la gestione del centro e l’accoglienza del visitatore. Il primo piano sarà interessato da un restauro conservativo per rendere visitabile l’antico appartamento del vescovo monsignor Virgilio e ammirare la cappella privata che conserva l’altare di fine ‘800. L’ultimo piano e l’altana saranno adibiti invece a foresteria. E sarà valorizzato l’edificio aggiunto al palazzo, all’interno del quale è stato scoperto un sistema di approvvigionamento idrico con un’enorme cisterna ipogea.
“Oggi cominciamo a ragionare sul recupero delle finiture interne come pavimenti, strutture lignee e pareti e sulla sistemazione degli impianti – ha spiegato l’architetta, Patricia Luciana Tomassetti che con il collega, Gianluca Zini cura i lavori per il ministero -. Restituiremo al territorio un importante esempio di palazzo nobiliare non comune in quest’area, che si è fatto portatore di un notevole valore culturale: ha ospitato la sede vescovile, la famiglia nobile di Tortolì, ma anche presidi militari che hanno abitato quegli spazi nella prima metà del secolo scorso. La speranza è che a conclusione degli interventi sull’edificio, i ricercatori studino l’ex Episcopio e riportino alla luce la sua storia”.
“La ristrutturazione – ha sottolineato il vescovo di Nuoro e Lanusei, monsignor Antonello Mura – sta permettendo di unire memoria storica e futuro, con la Diocesi che si fa garante di offrire e gestire spazi culturali, sia per la sua attività che nel contribuire a quella del territorio”. (Ansa)