VIDEO. Gianluca Fanni, lo chef artista che nasconde le sue opere in città e le regala ai fan

“Finder’s keepers; chi trova tiene”. E’ il gioco, preso in prestito da Batman, che nasconde una singolare ‘caccia al tesoro’ avviata Gianluca Fanni, chef titolare di un ristorante a Cagliari.

Il 39enne, che da 9 anni porta avanti con il socio Riccardo Massaiu il ristorante I sarti del Gusto, ha infatti anche la passione per l’arte e nasconde le sue opere in città: “È la strategia che ho scelto per farmi conoscere dal pubblico – commenta lo chef -. Come nel personaggio dei fumetti dove Bruce Wayne bambino gioca a ‘chi trova tiene’ insieme all’amica del cuore Rachel Dawes in Batman begins, io faccio la stessa cosa con il pubblico”.

Una volta nascosti i suoi disegni, allerta i followers sul profilo Instagram _.fanni__ e, attraverso un sondaggio, fornisce qualche indicazione affinché le opere occultate vengano trovate da qualcuno che potrà poi tenerle.

Una caccia al tesoro che alimenta l’hype ma anche il numero dei fan. Gianluca Fanni, 39 anni, è un’artista a tutto tondo. Quando il ristorante è vuoto e tutto tace, gli strumenti non sono quelli dello chef, ma la carta cotone e la china. Per creare i suoi quadri utilizza una tecnica particolare: il doodling, che significa scarabocchiare. La sua musa è Roberta Baffo, ‘cintura nera’ di doodling, ma come spesso accade nell’arte le sue opere nascono da soggettività e fantasia: interpreta ciò che vive e sente senza schemi. L’opera più amata dal pubblico di Fanni è Efix il Pugilatore, dopo essere stato affascinato da I giganti di Mont’e Prama (realizzato in due mesi di lavoro).

“Sono stato incoraggiato dalle mie sorelle, Cristina e Valentina, entrambe artiste – precisa Gianluca Fanni -. Da Valentina in particolare, quando ho visto che aveva incorniciato uno dei miei disegni. Da li ho capito che volevo investire su questo hobby”.

Il bianco e nero ( tanto caro al fotografo più amato del ‘900, Henri Cartier Bresson) è il leitmotiv dei quadri dello chef artista, che trova ispirazione tra una portata e l’altra, regalando un po’ della propria arte alla sua città adottiva.

Alessandra Piredda

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