Seconda settimana del ‘Respiro’, il Festival nomade di arti performative di Sardegna Teatro

Respiro #4 – Festival nomade di arti performative organizzato da Sardegna Teatro prosegue fino al 29 giugno a Cagliari.

Le prime giornate di Respiro hanno visto il pubblico occupare tutti i posti disponibili per le performance di Dom- e Motus, entrambi accolti con grande entusiasmo. Successo anche la proposta di un dispositivo più ibrido come quello di Industria Indipendente che ha ricevuto un ascolto e anche una partecipazione divertita e curiosa.

“Il pubblico di Respiro è incantato e partecipe – ha dichiarato Giulia Muroni, curatrice del programma di Respiro #4 – in cerca di nuovi modi di fare esperienza dello spettacolo dal vivo, a conferma dell’attenzione e l’apertura verso proposte più sperimentali. Gli stessi Motus hanno notato l’estremo calore con cui il pubblico Sardo li ha accolti. Erano rimasti nel cuore del pubblico nel 2017 quando arrivarono con Mdlsx a Cagliari, grazie a Sardegna Teatro, e venerdì sera hanno percepito per prim3 l’emozione e l’attesa per il loro ritorno”.

Il programma di Respiro #4 continua domani a Sa Manifattura, per la replica di Monumentum DA di Cristina Kristal Rizzo, artista che produce oggetti coreografici a metà strada tra i linguaggi della performance, della danza e delle arti visive. L’opera è una dedica alla singolarità di Diana Anselmo, performer e artista visivo Sordo.

Al Mercato Cuore sempre domani di prosegue con Parini Secondo, collettivo che nasce nel 2017 da un’idea di Sissj Bassani e Martina Piazzi e coinvolge le danzatrici Camilla Neri e Francesca Pizzagalli, che arriva per la prima volta in Sardegna e presenta SPEEED.

SPEEED è un progetto coreografico e musicale ispirato al fenomeno della Para Para e dell’Eurobeat, diffusosi negli anni ‘90 nei club di Tokyo. La Para Para è uno stile di danza con un’estetica coloratissima, in cui complesse combinazioni gestuali descrivono la sovraeccitazione caffeinica della musica Eurobeat.

Attenzione speciale per fino Dear Laila di Basel Zaraa, dal 23 al 29 giugno, artista palestinese che risiede nel Regno Unito, il cui lavoro utilizza i sensi per avvicinare il pubblico alle esperienze di esilio e guerra, e che crea arte per affrontare, esprimere e comprendere il trauma che la sua comunità vive. Il lavoro presentato, Dear Lail nasce quando la figlia dell’artista, Laila, ha cominciato a chiedergli della sua casa d’infanzia, il campo profughi palestinese di Al Yarmouk a Damasco. Impossibilitato a portarla lì, Zaraa ha deciso di portare quel luogo da lei. Dear Laila condivide l’esperienza palestinese dello sfollamento e della resistenza attraverso la storia di una famiglia, mettendo in luce come la guerra e l’esilio infiltrino il quotidiano e il domestico. In questa installazione intima e interattiva per uno spettatore alla volta, si ha l’occasione di esplorare un modello della casa in cui Zaraa è cresciuto, aprire i cassetti, sfogliare gli album fotografici, guardare le foto appese al muro, per sulle storie di questa famiglia, nascoste alla vista di tutti. Eccezionalmente giovedì 27 giugno la performance si sposta al Pride Village presso il Parco della Musica di Cagliari.

Lunedì 24 è la volta di Andrea Melis con Monster’s sensuality che abita gli spazi dei bagni di Sa Manifattura. L’opera è un’indagine performativa che si addentra nei meandri delle relazioni sociali, esplorando le complessità dell’identità e invitando il pubblico a riflettere sulle maschere della vita quotidiana. Il bagno di uno spazio aperto al pubblico si presenta come luogo simbolico in cui emergono conflitti profondi riguardo l’accettazione di sé e le tensioni che definiscono l’identità. Lo spettacolo è una sorta di confessione, che porta il pubblico a interagire con gli attori e a confrontarsi con le ansie che caratterizzano la nostra epoca, celebrando la diversità che rende autentici.

Martedì 25 e mercoledì 26 giugno Respiro #4 ospita il workshop di Lucia Di Pietro coreografa che nella sua pratica artistica combina performance, arte relazionale, progetti site-specific e pratiche somatiche. L’artista presso il Parco di Bonaria presenta NOT YOUR CHICORY un workshop in due momenti pensato per entrare in comunicazione con la flora che cresce spontanea lungo i marciapiedi delle città e non si lascia mangiare, addomesticare, determinare dagli esseri umani.

Durante il workshop e la sua restituzione, Lucia Di Pietro propone al pubblico una pratica di avvicinamento empatico e sensibile alla vegetazione spontanea, sperimentando tecniche di comunicazione al confine con il fantascientifico, alla ricerca di una possibile reciprocità.

Venerdì 28 giugno, nella cornice dell’Orto Botanico di Cagliari, Donatella Martina Cabras presenta Vestite d’ombra una performance itinerante che dialoga con lo spazio circostante ricercando l’aspetto relazionale della danza. Il continuo fluire di comunicazione tra il dentro e fuori dal corpo sperimenta lo stato d’incontro e risponde all’apertura percettiva e sensoriale verso la natura.

Sabato 29 giugno, in linea con la sua natura nomade e diffusa, il festival si sposta a Ussana presso Campidarte per una serie di eventi che attraversano diversi linguaggi, dalle installazioni alle performance ai live musicali.

Accolgono il pubblico due installazioni: Al parco si muore per amore o per noia. Una prova di traduzione di Marco Tè (Creative Campus)che riflette sulle possibili traduzioni della poesia in forma d’azione, di corpi e colori – al di là della parola; e Transparente di Alberto Marci & Laura Farneti che esplora le possibilità dello spazio invisibile che sta tra i corpi, le cose e le intenzioni che lo occupano, lo vedono, lo toccano.

A Campidarte anche Basel Zaraa con Dear Laila, che accoglie il pubblico dalle 19 alle 23 mentre Violetta Cottini e Carlotta Sofia Grassi, artiste di Creative Campus, presentano il proprio lavoro dal titolo Chincaglierie: una performance per 5 persone per volta che invita il pubblico ad attraversare un luogo abitato da oggetti apparentemente insignificanti col tentativo di dare vita a un altrove.

Altra ospite internazionale di questa edizione di Respiro è la coreografa Thjerza Balaj che arriva a Cagliari con la sua performance Ruzalka. Nel folklore slavo, la rusalka è un’entità tipicamente femminile, spesso maliziosa nei confronti dell’umanità e frequentemente associata all’acqua. Il suo interesse è attrarre giovani uomini nelle profondità dei corsi d’acqua, dove intreccerà i loro piedi con i suoi lunghi capelli e li affonderà. Nella performance Ruzalka, l’interprete diventa una personificazione di questo ibrido, incarnando un personaggio fittizio, attingendo sia da storie personali che da narrazioni sociali. Il lavoro ruota attorno allo sguardo femminile, il possesso, l’indagine sul mistico e alle strutture di potere.

La chiusura del festival è affidata alla musica con il concerto di Bono/Burattini e il dj set di Putacaso e Hari. Bono/Burattini è il nuovo progetto creato da Francesca Bono, cantante di Ofeliadorme e membro del collettivo Donnacirco, e Vittoria Burattini, batterista e componente storica dei Massimo Volume. Entrambe bolognesi, la loro ricerca musicale si espande tra elettronica, minimalismo, avanguardia.

Per tutta la settimana sarà visitabile l’installazione di Sara Saccottelli Parigi Nera: in una stanza, ciascun tavolo custodisce fotografie che vanno raggiunte, toccate, rivoltate, scelte. Il suggerimento è viaggiare attraverso i numeri, i cammini, le soste. Aggirarsi in un archivio fisico, diffondere il tempo, diluire lo spazio. Ogni persona può prendere una fotografia e portarla via con sé.

Disponibile online l’intervento artistico di Filippo Gonnella, Eel to Eel, uno dei lavori risultanti dal progetto Creative Campus.

Respirosi pone come piattaforma aperta, che riverbera una pratica di condivisione degli immaginari sul lungo termine. L’idea è di ampliare quanto più possibile la rete di soggettività implicate, con il coinvolgimento di realtà attive sul territorio, come il Pride di Cagliari, Fuorimargine Centro di produzione di danza della Sardegna, Carovana SMI e molti altri, e dal punto di vista delle geografie, delle tematiche e dei linguaggi scenici.

Proprio per arricchire le visioni proposte sono presenti in programma opere che guardano al mondo Queer, alle persone marginalizzate per questioni di genere, provenienza o disabilità.

Come scrive Giulia Muroni, che cura il progetto artistico del festival Respiro di Sardegna Teatro: “Respirare è una conversazione con il paesaggio, una attività del vivente che anima l’ambiente, poiché da esso trae pulsazioni e possibilità, in una interdipendenza che poggia su un metabolismo cosmico. Si tratta di un processo poroso: per respirare occorre aria, qualità di legami, di futuri possibili, contesti in cui molte altre persone possono respirare, sperare, e sentire di poter respirare in e attraverso l’altrə, in una reciproca accoglienza. La respirazione impegna tutti gli esseri viventi, contamina il mondo con le esistenze e viceversa dunque compromette, conduce a una messa in gioco collettiva.

Come possono le arti performative ritagliare le proprie (cre)azioni sul presente, mostrarne le ferite, rivendicarne la vulnerabilità esposta?

Senza desideri di esaustività, la quarta edizione del festival Respiro raccoglie e propone artistə che interrogano il contemporaneo con quesiti incalzanti e modalità indocili.

Di Cagliari si mostrano ferite e complessità, dell’arte conflitti irrisolti e lotte gioiose”.

L’attenzione alla scena internazionale e al dibattito contemporaneo si manifesta – tra gli altri – nella selezione di Thjerza Balaj performer e coreografa che arriva dal Kosovo che porta in scena la violenza dello sguardo maschile su un corpo femminile; nella coraggiosa proposta dell’artista palestinese Basel Zaraa che racconterà – in una commovente performance 1 a 1 – la precarietà della sua casa al campo profugi di Al Yarmpuk a Damasco.

Grande attesa inoltre per il ritorno di MDLSX dei Motus, dopo che nel 2016 venne ospitato da Sardegna Teatro con la prima matinée in Italia per le scuole, e per la presentazione del lavoro di Cristina Kristal Rizzo che trasforma la sordità della performer protagonista in un’occasione per costruire un nuovo linguaggio coreografico.

Arricchiscono la proposta lavori con formati ibridi, creatività emergenti, ma anche un’attenzione rivolta ai talenti del territorio. Questo percorso di ricerca è presente in Respiro #4 soprattutto attraverso la restituzione degli esiti finali di Creative Campus, progetto con cui Sardegna Teatro sceglie di guardare al futuro delle arti performative e celebrare i suoi 50 anni, dando vita a un’accademia dedicata alla formazione e alla ricerca, sostenuta dal Ministero della Cultura.

Con Creative Campus, Sardegna Teatro offre un percorso di formazione teorico-pratica nelle arti performative, a un gruppo di artisti e artiste, coinvolte in un perfezionamento di alto profilo professionale, creativo e cross-mediale, dal respiro internazionale e in dialogo con le nuove tecnologie.

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