Costellazioni letterarie, a Lotzorai tre giorni di libri e post modernità

“Ci sono, nel firmamento della cultura, certi allineamenti delle stelle il cui bagliore può rischiarare il buio”. Si presenta così Costellazioni letterarie, festival dedicato ai libri e alla post modernità che fa il suo esordio a Lotzorai, in Ogliastra, dal 15 al 17 luglio.

È una scommessa grande, quella del Municipio, uno dei ventitré che si contano nella più piccola provincia della Sardegna. Eppure sul fronte del turismo si è ritagliata un pezzo di mercato a misura di natura incontaminata. È terra di falesie a picco sul mare, quella, a cui il sindaco Cesare Mannini ha voluto aggiungere il tassello della cultura affidandosi a Mattea Lissia, gallurese con base a Cagliari, abituata da vent’anni a dare forma a eventi con lunga vita (suo Pazza Idea, uno dei cinque appuntamenti letterari più consolidati della Sardegna).

Lo stile delle Costellazioni letterarie è già un marchio di fabbrica: “Illuminare le serate nella pineta vicina al mare”, una delle location di Lotzorai più suggestive, “è una di quelle fortunate congiunzioni che uniscono le persone, le rimettono insieme per raccontare e ascoltare storie”.

Saranno “tre giorni di incontri, di dibattiti, decine di ‘alzate di sipario’ con scrittori, narratori, ricercatori, blogger, autori e giornalisti coinvolti sotto un’unica stella, quella della cultura che parla ai temi del momento, che racconta la salute, il benessere, i ritmi lenti, la lunga vita vissuta e scritta da chi la pratica, la studia, la evoca e la abita”, è ancora la presentazione incalzante del festival. La cartolina di presentazione che da sola vale una poesia per accompagnare le parole che verranno scambiate in Ogliastra, dove i temi della Costellazioni letterarie “sono pane quotidiano”, perché questa è anche “terra degli uomini e delle donne tra i più longevi della pianeta”. Una delle cinque Blue Zones mondiali, insieme a l’isola di Okinawa in Giappone, Nicoya in Costa Rica, Icaria in Grecia, e la comunità di avventisti di Loma Linda in California.

Nella Pineta di Tancau, al confine col Comune di Santa Maria Navarrese, si alterneranno decine di ospiti: scrittori, ricercatori e giornalisti. “Ognuno di loro potrà dare alla rassegna il valore che renderà la kermesse letteraria ogliastrina, uno fra gli appuntamenti che cresce per importanza e interesse”. Perché i libri, filo rosso dell’evento, “sono come la vita: proteggono e accolgono”. Uno spirito alimentato dall’entusiasmo lotzorese ha permesso di raggiungere “il traguardo della prima volta”.

La carovana di Costellazioni letterarie si riunirà anche nel sagrato di Santa Barbara, la chiesa nel rione Donigala: l’atmosfera campestre, tra mura in pietra e grossi olmi, farà da cornice alle incursioni nel mondo dei libri. Ecco poi il Lido delle Rose, altra spiaggia dove una biblioteca per bambini e ragazzi è presidio culturale. E poi Piazza Repubblica, di fronte al Municipio di Lotzorai.

“Per noi – dice Mattea Lissia, direttrice artistica di Costellazioni letterarie – i libri sono così importanti che il nostro intento è quello di frequentare la lettura in ogni sua forma ed estendere il Festival anche negli altri mesi dell’anno”. L’obiettivo è “ampliare la prima edizione a nuovi eventi con gli anziani del paese, i visitatori, i giovani e gli studenti. Il pubblico che chiede incontri letterari è un esercito armato di entusiasmo e curiosità, sentiamo che questo appuntamento è talmente atteso che non dobbiamo fare altro che aprire il sipario. Questa fiducia è il traguardo più ambito che vorremmo raggiungere anche nei prossimi anni, magari grazie agli enti che possono aiutarci a organizzare ancora e ancora”.

Al sindaco Mannini il merito di aver scommesso sulla cultura, come mai Lotzorai aveva fatto. “Il nostro paese è un luogo che mette insieme terra e mare: qui hanno cittadinanza gli spettatori che non sono semplici platee ma volti familiari di un evento che creerà momenti indimenticabili. Viviamo in un luogo straordinario, con storie e un futuro ancora da raccontare che si dimostra ancora migliore quando si trasforma in progetti per guardare avanti. Il lavoro che è nato intorno a questo Festival è un intreccio di creatività, capacità d’iniziativa e di organizzazione. La rassegna per me è occasione di coinvolgimento della popolazione, confronto stimolante tra talenti isolani e personaggi della cultura italiana che ci consente d’intrattenere rapporti con angoli del nostro territorio bellissimi e lontani dai percorsi abituali”.

Il sipario si solleva il 15 luglio nel rione di Donigala: sarà brindisi, con l’elisir di lunga vita, accompagnato da alcune letture tratte da ‘Mare e Sardegna di D.H: Lawrence, a cura di Silvano Vargiu con una produzione di S’Arza Teatro in collaborazione con Cantieri d’Arte Teatro delle Chimera”. A seguire, Luigi Contu, direttore dell‘Ansa alla sua prima creatura editoriale, “I libri si sentono soli”: narrazione di un padre che, poco prima di morire, consegna al figlio pochi appunti su qualche foglio. Da qui si dipana la storia autobiografica della biblioteca di famiglia che diventa storia di affetti, letteratura, Sardegna e Italia.

Patrizia Serra, in conversazione con Tonio Pillonca, ci parlerà della scelta di vivere in un paese dell’Ogliastra e di decidere di andar via. Enrico Spanu attraverso le foto, documenta, insieme a Lello Caravano, un lungo lavoro di ricerca sui patriarchi, sulla monumentalità vegetale della nostra Isola, di cui la stessa Ogliastra è espressione. In chiusura di serata la proiezione del documentario di Pietro Mereu Il club dei centenari, dedicato ai centenari dell’Ogliastra e vincitore di numerosi premi.

Sabato 16 luglio si aprirà nella pineta di Tancau alle 12,00 con il professore Stefano Spillare che racconta come la globalizzazione stia mettendo in crisi tutti i tipi di comunità, ma allo stesso tempo spinge ognuno di noi a un sempre maggiore responsabilità verso ciò che è comune, favorendo nuovi legami sociali e di collaborazione spesso “localizzata”. Di pomeriggio, spazio al tema dell’inclusione, inclusa la modalità per abitare gli spazi in simbiosi con la natura. Sarà un’apertura immersiva e doverosa con Grazia Deledda, di cui quest’anno si celebrano i 150 anni dalla nascita. Prevista la lettura di alcuni brano in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Si continua con una “dichiarazione d’amore” per i libri e la conoscenza firmata da Fiorenzo Caterini, accompagnato in musica.

La serata prosegue con una profonda riflessione sulla necessità di inclusione con la giovane pluripremiata scrittrice Nadeesha Uyangoda. A seguire Marco Amerighi, candidato nella settina dello Strega 2022, che ci porta ad una riflessione sulle relazioni quali centro nevralgico della vita e della salvezza di tutti noi. La serata letteraria si conclude con un talk accattivante di Antonio Pascale e “La storia del mondo (e dei sentimenti) attraverso le piante”. Solo dopo cena un appuntamento musicale da non perdere.

Domenica 17 luglio la giornata letteraria si avvierà la domenica dalla mattina con Mariangela Pira nella Pineta di Tancau, quindi l’aperitivo domenicale di degustazione dei vini ogliastrini, elisir di lunga vita. Claudia Pupillo con il suo Teatro Botanico, aprirà il pomeriggio dedicato ai ragazzi con “Murdo – il libro dei sogni impossibili”.

Poco dopo Matteo Porru, condotto da Jolanda di Virgilio, sarà protagonista dell’incontro “Il G8 spiegato ai giovani” con la la raccolta Circospetti ci muoviamo all’interno della quale è autore di un racconto. Quindi la scoperta degli spazi da abitare che svelano l’importanza che dà alla vita ognuno di noi, con l’antropologo Andrea Staid.

Alessandro De Roma, con il suo nuovo romanzo “Nessuno resta solo”, ci parla di relazioni, che sono l’essenza della vita dell’essere umano, in un intensissimo rapporto padre/figlio, e di generazioni che si incontrano e si scontrano.

La chiusura è affidata a Pierpaolo Vacca, con la musica tradizionale, riportandoci ai balli e alle danze in piazza, viene travolta e smussata dall’utilizzo dell’effettistica elettronica, proiettandoci così in un mondo in cui i suoni del passato si incontrano con i suoni alterati e distorti del presente. Con consapevolezza, fino a portarci al più classico “Su ballu tundu”, il cerchio – simbolo di unione e forza collettiva – protegge dai curiosi, ma si apre a chi vuole partecipare. Inclusione, comunità, partecipazione, sperimentazione, e un brindisi di arrivederci alla prossima edizione.

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