Gran finale per la terza edizione di ‘Storie di Manifattura 2022’, il progetto di ricerca e riscoperta della storia dell’ex manifattura tabacchi in viale Regina Margherita a Cagliari, centro nevralgico dell’economia dalla fine dell’Ottocento, a cura di Impatto Teatro con la collaborazione di Sardegna Ricerche.
Tre anni di lavoro sotto la guida del regista Karim Galici, tra workshop, laboratori con gli studenti del liceo Foiso Fois e la residenza artistica internazionale con i vincitori under 35 del contest Martelive Europe. Obiettivo: creare un racconto tra passato e contemporaneità, con l’obiettivo di restituire alla città tutta la modernità di uno spazio lavorativo dove le protagoniste erano le donne, le loro lotte sindacali e una grande solidarietà femminile, che hanno determinato una certa emancipazione sin dai primi decenni del ‘900.
Dopo la messa in scena di ‘Cosa rimane?’, apprezzato dal pubblico nelle edizioni 2020 e 2021, il 5, 6, 12 e 13 novembre si terranno gli eventi finali aperti al pubblico dal titolo ‘Cosa ne sarà? Da Manifattura Tabacchi a Fabbrica della creatività‘, pensati per un massimo di 14 spettatori.
“Il pubblico sarà accompagnato in un percorso multidisciplinare che coniuga realtà e finzione – spiega Galici -, passato e presente per raccontare ciò che è stato e disegnare il futuro della Manifattura. In un dialogo costante tra le diverse discipline artistiche (fotografia, danza, teatro, installazioni scultoree, musica) abbiamo voluto segnare una continuità storica tra questi due secoli di avvenimenti. Durante la performance, immagini storiche di repertorio si mescolano a quelle realizzate durante tutta lavorazione, per restituire la vocazione di un luogo altamente identitario, ma ancora troppo poco conosciuto, la cui storia ci offre un raro spaccato di emancipazione femminile ante litteram”.
Il pubblico sarà parte integrante di questa particolare esibizione itinerante all’interno dei luoghi più rappresentativi della fabbrica. In compagnia dei protagonisti della messa in scena si visiteranno così alcuni degli ambienti, ricostruiti per l’occasione, che scandivano le esistenze delle operaie. Storie di Manifattura dunque, tra la cappella, il cinema, l’infermeria, ma anche i ricordi degli spezzonamenti sulla città del 1943 che non fermarono il lavoro e delle feste sacre e pagane celebrate all’interno dei saloni.