“Corpus Hominis”, allo spazio Cartec applausi per l’eros di Cosimi

Nei maestosi Giardini Pubblici di Cagliari, dove le mostre e le manifestazioni a tema la fanno da padrone, si trova lo spazio Cartec, durante la guerra, rifugio di molti cittadini che abbandonarono le loro dimore distrutte, in cerca di un sicuro riparo, una cava naturale dove si ammassano corpi e memorie. Oggi questo luogo ci riconduce alla bellezza, a quell’arte contemporanea che raccoglie e interpreta la storia e la società esponendola senza commenti, lasciando i presenti liberi di esprimere la loro visione ognuno con la propria sensibilità e percezione del mondo.

Quale spazio sarebbe potuto essere più idoneo per la performance “Corpus Hominis” di Enzo Cosimi? Dopo l’anteprima di Bologna, Autunno Danza si fregia della presenza dei danzatori Lino Bordin e Matteo Sedda parte del progetto “Ode alla bellezza. Tre creazioni sulla diversità”.

In un’oscurità opprimente, in un incalzante sottofondo di sospiri e versi di un amplesso, il flash di uno smartphone illumina flebilmente il corpo accasciato nudo di Bordin, scrutato in tutti i suoi dettagli da un giovane nerboruto. Una scena che contiene elementi pittorici del tardo rinascimento, di quegli artisti maledetti dalla loro condizione di indigenza e frustrazione dovuta alla condanna per le loro preferenze sessuali giudicate scellerate e senza timore di Dio. Una penombra creata però da particolare appartenente alla modernità e ai sui costumi ormai scevri da una morale iniqua e ipocrita. L’armonia della complementarità dei corpi si fa ogni minuto più insistente e la contrapposizione delle due fisicità si annulla grazie all’attrazione e l’affinità sessuale.

Il vigore e l’impulsività degli scatti esuberanti di Sedda vengono guidati e moderati dall’esperienza e le premure dell’anziano, in un’atmosfera che rimanda all’educazione ellenista e l’ingresso nell’età adulta, alla maturità e consapevolezza del proprio essere nella sua totalità.

È un cammino difficile, impervio, un confronto e una presa di coscienza delle proprie potenzialità e limiti, un conoscere l’altro e saperlo amare senza imprigionarlo nella conformità relazionale, ma lasciando che esploda l’eroticità supportata dalla cura dell’altro.

Presi per mano, il sentiero si conclude con la catarsi tradotto in un’immagine della Pietà di Michelangelo rappresentata dai danzatori su questo suggestivo palco.

Sulla parete bianca, nel frattempo, vengono proiettate le immagini di Lorenzo Castore, momenti di pura sensualità quotidiana che si imprimono nella mente attraverso lo sguardo penetrante di Bordin.

Di seguito, il video realizzato da Stefano Galanti, una serie di spezzoni riguardanti le lotte, le manifestazioni degli omosessuali nella seconda metà del XX secolo, l’evolversi e il mutare della società, l’ostentazione del godimento opposta alla borghesia puritana che vessa e punisce tutto ciò che non le appartiene, non comprende, non si uniforma.

Un viaggio rapido e vorticoso, un bombardamento di luci e colori emozionanti. Il tutto interrotto da sei testimonianze di anziani, racconti di sofferenza, sdrammatizzati dalla gioia della scoperta e l’ammissione pubblica della propria omosessualità, spesso combattuta, altre volte estremizzata per ridicolizzare le fazioni politiche che li perseguitavano con numerosi pretesti. Dalla sinistra comunista che vedeva in loro il condizionamento statunitense e la decadenza dell’occidente, alla destra che sentiva minati il decoro, la famiglia, i valori cattolici.

Ancora una volta, Enzo Cosimi meraviglia e fa riflettere, la performance tocca nel vivo e scuote senza scandali, mostrandosi nella sua integrità e viva carne.

(Foto tratta dalla pagina fb della compagnia)

Martina Serusi

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