Al Lazzaretto di Cagliari sabato si ricorderà un triste episodio del Nazismo, la morte dei bambini di Bullenhuser Damm: dalle 19 alle 20 andrà in scena lo spettacolo “Come quadri alla Parete”, performance tra danza, installazione e poesia ideata da Stefano Raccis su coreografia di Michela Mua.
Lo spettacolo coinvolgerà le allieve del Centro Studi DanzArte di Uta, è accompagnato da una poesia del danese Morten Sondergaard e e le musiche dei Music Pushers. L’azione, della durata di un quarto d’ora circa, sarà ripetuta tra le 19 e le 20, l’ingresso è libero.
“Come quadri alla parete” fa riferimento a un brutto episodio accaduto nel già tragico momento storico del Nazismo. Dalla fine del settembre 1944 non tutti i bambini che arrivavano ad Auschwitz venivano mandati nelle camere a gas. Alcuni erano alloggiati presso la baracca 11. Una mattina del novembre del 1944 il Dottor Mengele si presentò nella baracca e disse: “Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti”. 20 bambini, 10 maschi e 10 femmine, tra i 5 e i 12 anni, si fecero avanti.
Ricevettero cure, cioccolato e latte, e inviati alla baracca 4 del campo di Neungamme, per essere sottoposti a esperimenti da parte del Dottor Heissmeyer nel tentativo di scoprire un vaccino contro la tbc. Heissmeyer fece incidere la pelle sul petto dei bambini, sotto l’ascella destra, poi introdusse con una spatola i bacilli della tubercolosi e infine coprì le incisioni con un cerotto. I bambini vennero così infettati con bacilli tubercolotici vivi, capaci di scatenare la malattia in forma molto virulenta. Poi vennero loro asportate le ghiandole linfatiche sotto, che vennero messe in vasi con formalina, ed ettichettate con il nome e il numero tatuato sul braccio dei bimbi.
Tutti e 20 furono sottoposti alla stessa operazione.
I bambini erano ormai gravemente malati, l’infezione li aveva colpiti tutti in forma devastante, le ghiandole asportate e studiate dal patologo Klein non presentavano nessuna traccia di anticorpi: l’esperimento era completamente fallito. Il 20 di aprile 1945 gli Inglesi erano alle porte, i medici decisero dunque di far sparire i bambini: vennero prelevati e portati su un camion alla scuola di Bullenhuser Damm, poi fatti svestire in una stanza della cantina, da qui portati in un’altra stanza dove venne fatta loro un’iniezione per farli addormentare. Quelli che dopo l’iniezione davano ancora segni di vita, furono portati in un’altra stanza. Fu messa loro intorno al collo una corda e furono appesi a un gancio.
Davanti al tribunale britannico che giudicava i crimini nazisti fu chiesto ai responsabili: “Come li avete impiccati?” “wie Bilder an die Wand”, “come quadri alla parete.
Lo spettacolo si inserisce come evento straordinario all’interno de “I GIORNI DELLA MEMORIA“, mostra di fotografie, documenti e illustrazioni che ricorda le due grandi tragedie del XX secolo in Europa: l’Olocausto e il genocidio ucraino. La mostra, inaugurata il 27 gennaio in occasione della Giornata della Memoria che si celebra in tutto il mondo, sarà visitabile fino a domenica 16 febbraio, e comprende le due sezioni “Holodomor” dedicata alla carestia artificiale in Ucraina, e “Auschwitz, quaderno di viaggio dentro il Kampf Lager”, illustrazioni e fotografie di Stefano Obino.