Una delle opere più significative della cinematografia sulla Sardegna, “L’ultimo pugno di terra” di Fiorenzo Serra, conclude, mercoledì 18 dicembre a Nuoro, la quarta edizione del progetto itinerante “Visioni made in Sardegna – Il cinema incontra le piccole comunità” organizzato dall’Isre.
Un doppio appuntamento per la proiezione dell’opera di Serra, introdotto dall’intervento del presidente dell’Isre Stefano Lavra, è in programma all’auditorium Giovanni Lilliu del Museo del Costume (via Antonio Mereu 56). La mattina alle 10 l’appuntamento per le Scuole ma aperta a tutti e, alle ore 18 con ingresso libero e gratuito.
Il documentario scelto dall’Isre che ha voluto fortemente la presenza delle scuole, rappresenta il filo rosso che ha legato il percorso cinematografico e laboratoriale di questa edizione. Una proiezione straordinaria che conclude l’itinerario sul tema del pastoralismo, proprio all’Istituto Superiore Regionale Etnografico, l’ente strumentale della Regione che, per eccellenza, tutela e documenta il patrimonio demo-etno-antropologico, linguistico e archeologico dell’Isola, in tutte le sue manifestazioni e modificazioni.
Il film documentario racconta di saperi, di conoscenze, di un mondo altro, di tradizione popolare, dei pescatori di Cabras, della città di Nuoro, del fenomeno dell’emigrazione, di Cagliari, del mondo delle miniere nel Sulcis, ma anche delle condizioni precarie in cui allora viveva l’isola. Il film è una fotografia realistica di come la Sardegna, negli anni ’60, si trovasse a vivere, da un punto di vista socio-economico, la contrapposizione di due mondi: uno in condizioni disagiate dal punto di vista produttivo, anche se dal lato umano ci si trovava ancora in un sistema comunitario; l’altro, limitato a certe aree dell’isola, legato alla modernità, che parlava di progresso ma nasceva malato, non innestato nella struttura produttiva sarda e non sembrava sostituire positivamente quel sistema che necessitava invece, di una grande riforma dal basso.
Temi ancora oggi molto attuali, visto lo spopolamento, la fuga di cervelli e di famiglie ancora costretti ad emigrare; per questo dopo la proiezione, si stimolerà una riflessione e il dibattito, con gli interventi di Antonello Zanda, in rappresentanza della Società Umanitaria – Cineteca sarda, e l’antropologa e docente Joyce Mattu.