Cesare Cremonini in realtà aumentata: il video animato di un designer sardo

Il video racconta un viaggio di due sfere – una gialla e una grigia – che si rincorrono all’interno di spazi e ambienti irreali, in un alternarsi di vuoti, pieni e prospettive impossibili. Sembrano cercare un modo di trovarsi e di toccarsi, anche giusto per il tempo di una breve danza, per poi perdersi di nuovo. Una specie di storia d’amore metafisica dominata da uno stile geometrico e astratto sulle note di un pezzo di Cesare Cremonini, per la precisione della coda strumentale del suo nuovo singolo, Al telefono. L’animazione dura trenta secondi ed è il frutto della collaborazione tra il musicista bolognese e un giovane graphic designer oristanese, Marco Meloni in arte Johnny Ryall. Il video ha una peculiarità che lo rende un esempio praticamente unico nel suo genere in ambito musicale in Italia. Si tratta di un progetto legato alla realtà aumentata e funziona – per sommi capi – in questo modo: scarichi una app chiamata Aria, punti il tuo smartphone in direzione della copertina del disco (2C2C) e – una volta riconosciuta dal programma – si attiverà immediatamente il video animato, che sembrerà letteralmente sgorgare dal cd: se ti sposti anche il video si sposterà con te. “Un contenuto digitale agganciato alla realtà”, spiega il designer classe ’88.

Una delle immagini del video

La collaborazione nasce grazie allo studio milanese in cui lavora Meloni, Alkanoids. Da tempo stavano portando avanti sperimentazioni sul tema della realtà aumentata, in particolare con alcune performance artistiche dove grafica e animazione si combinavano con musica e installazioni. Questo lavoro di ricerca ha portato alla nascita di una app, Aria appunto. Da un contatto con la Universal è scaturito l’incontro col musicista bolognese, che si è subito dimostrato entusiasta e ha proposto l’idea di sviluppare dei contenuti extra che andassero ad arricchire il suo nuovo disco. Il progetto è stato seguito e sviluppato interamente da Meloni. “In questo lavoro Cremonini mi ha lasciato totale libertà creativa – racconta il designer -: mi ha dato input e alcune suggestioni che erano molto vicine alla mia estetica personale. In particolare mi hanno colpito alcuni aggettivi che ha usato: voleva una cosa profonda, sognante. Anche per questo la storia è uscita così romantica. Inoltre desiderava un lavoro artistico indipendente, che fosse svincolato da lui e dalla sua carriera, ma che fosse universale e che potesse parlare a tutti”.

Il ballo delle due sfere

Sul piano estetico i riferimenti vanno dall’arte metafisica all’optical ai “mondi impossibili” di Maurits Cornelis Escher, ovvero le influenze principali dei progetti più personali del grafico sardo, quelle che più hanno definito il suo stile. Il lavoro è dominato da bianco, nero e toni di grigio, con un elemento giallo – una delle due sfere – che richiama la copertina dell’album di Cremonini. Le due sfere si muovono in ambienti astratti e surreali fino a diventare entità “complete” e a sviluppare un corpo costruito su diversi elementi geometrici. Il culmine del video è il loro breve ballo, il contatto tra due entità che poi si perderanno di nuovo nel loro viaggi all’interno di mondi alterati e “impossibili”.

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Un artwork di Johnny Ryall

Meloni ha 31 anni e lavora a Milano da due anni e mezzo all’interno di uno studio che si occupa di motion design principalmente per la tv. Ha studiato architettura a Cagliari e imparato la grafica da autodidatta, con un po’ di lavori giovanili che lo hanno fatto crescere e sperimentare. Il nome d’arte nasce un po’ per caso: Johnny Ryall è il titolo di una canzone dei Bestie Boys e Marco lo ha scelto quando doveva iscriversi su Facebook (“serviva a non farmi trovare dai parenti”). “Ho sempre disegnato e mi sono appassionato alla grafica all’università. L’architettura ha iniziato a starmi un po’ stretta e sono andato a Milano a studiare grafica alla Bauer“. Da Alkanoids si occupa di lavori per la tv: progetti per Mtv Europe, sigle per la Rai e Sky, fino anche a tutte le grafiche di programmi come Camionisti in trattoria di Chef Rubio. “È divertente perché finisci a fare delle cose che non ti aspetteresti di essere in grado di fare – spiega Meloni -. Noi cerchiamo di alzare l’asticella della qualità nei lavori televisivi, dovendo comunque lavorare su dei compromessi tra quello che da designer vorremmo fare e quello che i committenti preferiscono”.

La cover di Wom di Alek Hidell

Per sfogare la sua passione per il disegno con assoluta libertà creativa, Meloni porta avanti anche diversi progetti personali che segue nel tempo libero. Gli ultimi sono le cover dei singoli di un producer elettronico sardo di stanza a Milano, Dario Licciardi in arte Alek Hidell, col quale svilupperà a breve un progetto a cavallo tra musica, grafica, video e fotografia. Riguardo il suo stile, Meloni ha le idee molto chiare. “Amo la tipografia, le griglie, l’ordine, la composizione – spiega il designer -. Vengo dall’architettura e brutalismo e modernismo sono delle influenze molto forti. Mi piacciono spazi, prospettive e isometrie. E cerco di portare lo stile grafico anche nelle illustrazioni”. Tra le sue influenze cita anche i lavori di un illustratore come Robert Beatty (celebre per la copertina di Currents dei Tame Impala). “Ma ho uno stile che tende anche allo psichedelico – dice Marco -. Ho molte influenze e anche per questo sono arrivato tardi alla quadra. Ho sperimentato molto prima di definire la mia impronta. E ora faccio quello che mi piace veramente”.

Andrea Tramonte

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