Cagliari celebra il Dantedì: un viaggio in due appuntamenti tra letteratura e astronomia

di Umberto Zedda

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita”. Così inizia il viaggio più celebre della letteratura italiana, quello di Dante Alighieri nella Divina Commedia.  Anche Cagliari festeggia il Dantedì, la giornata dedicata al padre della lingua italiana con due eventi. A partire dalle 9:30, nel Salone Settecentesco della Biblioteca Universitaria si terrà il convegno “Dantedì, Dante nell’anno del Giubileo”, con la partecipazione di esperti e docenti universitari. Il 29 marzo, il Planetario de L’Unione Sarda ospiterà due eventi speciali: uno alle 17, dedicato ai bambini, e un altro alle 19. Secondo la tradizione, proprio il 25 marzo il Sommo Poeta avrebbe intrapreso la sua discesa nell’Inferno, per poi risalire attraverso il Purgatorio fino al Paradiso.

Dal 2020, questa data è diventata ufficialmente il DanteDì, la giornata dedicata a celebrare l’autore che ha dato forma alla lingua italiana. L’idea nacque nel 2017, quando il giornalista Paolo Di Stefano, notando l’assenza di una ricorrenza per Dante, lanciò la proposta in un editoriale sul Corriere della Sera. Il nome “DanteDì” fu coniato durante un confronto con il linguista Francesco Sabatini e, nel 2019, la giornata fu istituita a Milano, per poi essere ufficializzata l’anno successivo grazie a una direttiva dell’allora ministro della Cultura Dario Franceschini.

Una data non casuale

Sebbene non si conosca con esattezza la data di nascita di Dante (collocata tra maggio e giugno 1265), molti studiosi ritengono che il viaggio allegorico della Divina Commedia abbia avuto inizio nella notte tra il 24 e il 25 marzo del 1300, in coincidenza con il Giubileo indetto da Bonifacio VIII, quando il poeta aveva 35 anni. Tuttavia, la questione è dibattuta: secondo altre ipotesi, la discesa nell’Inferno sarebbe avvenuta tra il 7 e l’8 aprile dello stesso anno. A sostegno della tesi del 25 marzo ci sono alcuni indizi lasciati dallo stesso Dante. Nel primo canto dell’Inferno (vv. 37-40), il poeta descrive il suo incontro con la lonza, la prima delle tre fiere: il sole stava sorgendo nella costellazione dell’Ariete, segno zodiacale associato all’equinozio di primavera. “Il viaggio di Dante è quindi da collocare nel tempo dell’equinozio di primavera”, si legge nei documenti della Società Dante Alighieri, “quando il sole sorge e tramonta alla stessa ora in tutti i luoghi della Terra e segna il momento della rinascita della natura”. Nel Medioevo si riteneva, inoltre, che i sei giorni della Creazione fossero culminati proprio in questo periodo e che anche la parabola terrena di Cristo, dall’incarnazione alla resurrezione, fosse compresa tra due equinozi di primavera. Un’occasione per rileggere Dante e riscoprirne l’attualità, tra letteratura, astronomia e storia.

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