Artista e vice coach della Nazionale di breaking: il selargino Claudio Cogoni dissemina Cagliari dei suoi dipinti in ecopelle riciclata

Si scrive Claudio Cogoni ma si legge @Theprocess81, come appare dal codice a barre bidimensionale (Qr code) accanto ai quadri che l’artista lascia in giro per la città: il codice rimanda alla pagina di Instagram che raccoglie tutte le sue opere. Il 43enne selargino è vice coach della Nazionale italiana di Breaking (ha partecipato alle Olimpiadi di Parigi 2024, ora studia per le Giovanili di Dakar nel 2026 ) oltre ad essere un artista autodidatta.

Le sue opere sono riproduzioni di personaggi iconici come Madonna, Michel Jordan, Amy Winehouse, ma l’elenco qui sarebbe lunghissimo. Realizzati in ecopelle protetti da un plexiglas i suoi quadri sono apparsi per la prima volta nel 2023, quando l’artista ha deciso di condividere con la città di Cagliari la propria arte. Per farlo ha usato un modo del tutto singolare: li ha esposti in varie zone partendo dal quartiere di Castello, per arrivare fino alla spiaggia del Poetto. “L’ispirazione è avvenuta durante il periodo del Covid, quando non si poteva uscire di casa e l’unico modo per non impazzire era creare; cosi mi sono messo al lavoro e ho iniziato con dei ritagli di vecchi abiti di pelle e la cosa mi divertiva parecchio. Non ho più smesso”.

E se il lockdown è stato un momento sfidante, l’artista ha trovato il modo per esprimere il proprio sentire e trasformando il disagio in creatività. Il linguaggio è lo stesso della street art di Crisa e Manu Invisible, (a cui Claudio si è ispirato) pionieri nel capoluogo di queste nuove forme di linguaggio e di impegno sociale che comunicano attraverso l’arte frustrazioni, sogni e speranze. Questa nuova poesia urbana per Claudio inizia dalla raccolta del materiale: oggi  lavora solo con ecopelle rigorosamente riciclata, per scelta etica. 

“Frida Kahlo è stata a lungo la protagonista di via Stretta (Castello), mentre il volto di Charles Bukowski  ha campeggiato per tanti mesi al Poetto, poi qualcuno lo ha portato via con sé. Le città europee danno grande rilevanza all’arte di strada – racconta CIaudio -, io ho voluto che a Cagliari la gente potesse respirare l’arte, come succede in altre parti del mondo. L’arte è un bene di tutti e se parla sempre troppo poco”. L’artista ha ben chiaro lo scopo di questa singolare mostra a cielo aperto: insieme al messaggio artistico convive il concetto del rispetto dell’arte, affidata alla collettività:  “Molte persone mi dicono che il quartiere si prende cura delle opere. Voglio vedere se la città riuscirà  a farlo fino in fondo”, afferma Claudio e conclude:  “Il mio  obiettivo non è quello di fare mostre, non cerco il consenso, lo faccio perché mi piace condividere  e mi piacciono le mie opere. È un regalo che faccio alla mia città, anche se l’ultima installazione “Trame e voci” (che ritrae due donne in costume sardo) risalente al 20 febbraio è sparita. In tanti mi scrivono dispiaciuti perché non possono più vederla. Magari le riproporrò in futuro per accontentare i miei fan”. 

Alessandra Piredda

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