Arte, scienza e attivismo: il Festival della resilienza 2025 è un viaggio nel cuore della “Bidda”

Torna per l’undicesimo anno consecutivo il Festival della Resilienza: l’edizione 2025 guarda alle proprie radici, lì dove tutto è iniziato, con una stagione dedicata al concetto di “Bidda”. Un termine che si traduce con “paese”, ma che racchiude in sé un significato molto più profondo.

“La bidda è il luogo dove ognuno di noi conserva le proprie radici. La si ama per il legame fortissimo che ci connette alle nostre origini, ma al tempo stesso la si odia per le poche opportunità di crescita e sviluppo che spesso offre”, dichiara Gian Luca Atzori, presidente dell’Aps ProPositivo. “Da sempre, ProPositivo si impegna a ribaltare questo paradigma,” aggiunge la vicepresidente Valentina Vinci, “creando possibilità proprio lì dove i giovani tendono a fuggire. È questo legame a richiamarci indietro, spingendoci a riversare in questo prezioso contenitore tutto ciò che abbiamo appreso nei nostri percorsi individuali.”

Il festival si snoda da giugno a ottobre e ha ormai superato i confini regionali, coinvolgendo oltre 50 partner tra realtà locali, nazionali ed europee. I numeri parlano da soli: più di 100 eventi culturali, 10 residenze artistiche, 4 scuole di alta formazione in collaborazione con La Stampa e L’Espresso, e ben 8 contest internazionali di street art, che hanno lasciato in dote circa 50 murales distribuiti in 7 Comuni sardi. A rendere tutto questo possibile, una rete viva e inclusiva di oltre 200 ospiti, tra ricercatori, giornalisti, scrittori e artisti.

Tra arte pubblica e cittadinanza attiva

La rassegna si apre il 23 giugno con Rosita Manuguerra e il suo romanzo Malamina, presentato dalla Libreria Emmepi, e prosegue con un intenso programma che intreccia parole, musica, immagini e percorsi nella natura. Da segnalare il ritorno dell’amato Tour Muraghes, guidato da Gabriele Nicelli (29 giugno, 7 e 14 settembre): vere e proprie esplorazioni antropologiche e archeologiche tra storia, arte e paesaggio.

Il 5 luglio si inaugura La Veranda, nuovo centro giovanile che sorge nella villa della famiglia Vinci (fondatrice degli storici supermercati), con un evento celebrativo che unisce musica e comunità. Dall’8 luglio prende il via la Residenza artistica musicale con Moses Concas, che proseguirà il progetto iniziato nel 2024 con artisti locali. Il percorso culminerà il 10 luglio in una serata speciale, al fianco del direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato, protagonista di un talk sull’attualità, a partire dal caso Paragon e dal suo ultimo libro Nel Continente Nero.

L’arte pubblica sarà ancora protagonista con la realizzazione di un murale dedicato all’Einstein Telescope, firmato dall’artista Skan, presso il Liceo Scientifico Galileo Galilei. Un gesto simbolico, che unisce scienza e arte come strumenti di divulgazione e rigenerazione urbana.

Il Festival ospiterà anche la proiezione dell’ultimo film di Ferzan Ozpetek, con Geppi Cucciari – attrice originaria proprio di Macomer e candidata al David di Donatello per questa interpretazione – nell’ambito della rassegna Cinema all’Aperto (18 luglio). Il giorno seguente, 19 luglio, anniversario della scomparsa di Paolo Borsellino, si terrà il toccante monologo teatrale Io, Emanuela, dedicato alla sua scorta, in collaborazione con il Festival Conta e Cammina e il Centro Servizi Culturalif

A chiudere la sessione estiva sarà l’illustratore Fr3nk Liori (20 luglio), artista che collabora con i più importanti brand internazionali (Sony Music, Apple, Red Bull). Liori condurrà un laboratorio gratuito, che culminerà la sera stessa con un evento dedicato al disegno estemporaneo in compagnia di Skan.

Nel mese di settembre, l’artista dissidente Badiucao – noto come il “Banksy cinese” e allievo di Ai Weiwei – porterà in Sardegna la sua mostra e presenterà il libro-manifesto You Must Take Part in Revolution, dedicato alle proteste di Hong Kong.

Gran finale il 18 ottobre con Galilei Et Einstein, evento scientifico-divulgativo sull’Einstein Telescope che si svolgerà al Liceo Galilei di Macomer, con la partecipazione di docenti dell’Università La Sapienza, esperti e divulgatori d’eccezione come Caroladivù. Il Festival della Resilienza non è solo una rassegna culturale, ma un progetto sociale, artistico ed educativo di ampissimo respiro. In dialogo costante con le nuove generazioni, le istituzioni e i territori, rappresenta oggi un esempio virtuoso di innovazione culturale partecipata. Un invito collettivo a r-esistere, trasformarsi, rigenerarsi.

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