Arte pubblica e comunità: nella Galleria del Sale Cagliari prende forma un’opera collettiva

Può l’arte pubblica diventare una parabola per il mondo di oggi? È l’invito e la sfida, collettiva, che si pone l’associazione Urban Center a Cagliari. Fino al 29 maggio un progetto di arte partecipata porterà alla realizzazione di una nuova opera nella Galleria del Sale, la prima galleria d’arte contemporanea a cielo aperto della città che l’anno scorso ha festeggiato i 10 anni, dimostrandosi un luogo sempre vivo di contaminazioni e interazioni.

Il prodotto finale entrerà a far parte delle oltre 80 opere nello spazio che costeggia il canale di Molentargius fino al litorale di Su Siccu, una zona periferica che a lungo ha sofferto di abbandono e incuria. Le opere sono state realizzate a partire dal 2014 grazie al coordinamento di Urban Center e sotto la direzione artistica di Daniele Gregorini, che insieme ad artisti arrivati da tutta Europa, oltre che dal resto d’Italia e dalla Sardegna, ha portato avanti il progetto all’insegna della collaborazione e dell’interazione col territorio. “Come Urban Center spingiamo sempre nella direzione della collaborazione – afferma Gregorini -. Provare a contagiarsi tra artisti, sia stilisticamente sia valorialmente, è una bella parabola per il mondo. Spinti dallo stesso spirito portiamo avanti da diversi anni il concetto di Home Network, un collettivo che punta a mettere in comunicazione artisti e committenti del settore dell’arte”. 

La Galleria del Sale vuole essere un attrattore artistico di comunità e in continua evoluzione come nella natura della street art, forma artistica che si esprime attraverso diverse tecniche e linguaggi. Così anche quest’anno, grazie a un finanziamento della Fondazione di Sardegna, può vedere realizzata una nuova opera partecipata a cui prenderanno parte diverse persone, senza limiti d’età, coinvolte attraverso una call partita dai canali social di Urban Center. “Sono tutte persone che non si conoscono tra loro e che si trovano con la sola intenzione di fare un’opera d’arte insieme – afferma Gregorini -. L’obiettivo è affinare l’arte partecipativa, coinvolgendo direttamente le persone nello sviluppo di un’opera che alla fine si dona alla collettività. Se la prendiamo come parabola, proviamo a immaginarci una città o un territorio in cui tutti provano a sviluppare dei discorsi che abbiamo una ricaduta sulla comunità e che lo facciano con uno sforzo intellettuale annesso e un confronto”.

In contemporanea alla realizzazione dell’opera verrà avviato un processo di baratto – Agiudu Torrau – curato dall’architetta Paola Corrias. Si tratta di una pratica tradizionale, studiata in chiave innovativa secondo la quale tramite il gioco dello scambio si cerca di incrementare le interazioni tra i soggetti affinché la collaborazione entri a far parte sempre di più della vita quotidiana delle persone. “Il progetto è stato già sperimentato gli scorsi anni in diversi contesti, nel paese di Tertenia e nel coworking Artaruga di Cagliari – chiosa Corrias -, riscontrando grande curiosità e successo”. Baratto e arte partecipata si legano quindi attraverso la collaborazione, attiva e sinergica, tra i partecipanti.

Il gran finale del progetto sarà il 29 maggio con due eventi in programma: nell’arco della mattina è prevista una visita guidata tenuta dalla guida turistica Bagamunda, specializzata nella street art, mentre in serata, alle 18:00 a Palazzo Siotto, in via dei Genovesi, si terrà una conferenza in cui si parlerà di arte pubblica nello spazio pubblico. Tutti gli eventi sono gratuiti e accessibili.

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