di Alessandra Piredda
“La proposta del libro è arrivata nell’agosto del 2022 dal professore che oggi mi ha messo il bavaglio. In cambio di denaro voleva facessi un racconto del suo diario intimo. Ho rifiutato i soldi per avere maggiore libertà di espressione”. Così Giulio Neri a Sardinia Post, lo scrittore- antiquario cagliaritano, con sei libri all’attivo, si trova da alcuni mesi al centro di un contenzioso, diventato un caso editoriale, che gli ha impedito di presentare al pubblico la sua ultima fatica letteraria Area Tempestas (Edizioni Maestrale). L’ingiunzione è arrivata lo scorso novembre, proprio dal professore universitario in pensione, a pochi giorni dalla distribuzione del romanzo.
La casa editrice Il Maestrale cosa ne pensa di questa situazione?
“Uno dei miei riferimenti all’interno della casa editrice è Peppe Podda. Con lui ho un rapporto di libertà, grande fiducia e comprensione. Lui mi è stato molto vicino e ritiene che Area Tempestas sia il mio miglior lavoro: un libro che avrebbe avuto la candidatura al Premio Strega se non fosse stato fermato con un atto di forza che ritengo ingiusto e insensato. Dopotutto ho agito in trasparenza e il professore lo sa molto bene poiché è sempre stato messo a conoscenza di tutto. Il protagonista del mio romanzo “Furio” è distante anni luce dalla sua figura. E il solo fatto che lui si sia identificato in un personaggio di fantasia mi fa pensare che gli sfuggano le basi della narrativa. Se avessi parlato meno di erotismo e Furio fosse stato un evasore fiscale magari questo accanimento non ci sarebbe stato.
Come si è arrivati a una diffida se i vostri accordi erano basati sulla libertà di espressione e sulla creatività e autonomia dell’autore?
“In realtà le diffide sono due: la prima inviata alla casa editrice il 27 novembre. Pochi giorni dopo (il 5 dicembre) avrei dovuto presentare il romanzo al Teatro Massimo di Cagliari. L’ultima risale al 22 gennaio scorso. È stata la seconda pugnalata per me. Avevo con il professore un rapporto di confidenza più che decennale. Oltre a essere un cliente storico dell’attività che gestisco a Cagliari con mio padre è un mio lettore. Sa come lavoro e conosce il mio stile. Ho ritenuto che mettere nero su bianco il nostro accordo sarebbe stato imbarazzante per entrambi. Ho pensato che tornare alla forma avrebbe appesantito il rapporto di fiducia, dunque mi sono fidato e ho pagato per questo. Scrivere per me è una necessità, faccio il mio lavoro con cura e dedizione. Ho impiegato tanto tempo per la stesura del libro. È un lavoro per cui ho investito tantissimo. Se penso che ora il romanzo è fermo, intrappolato dentro a una scatola non sono sereno. Questa storia mi ha tolto il sonno e da mesi mi interrogo su quale sia la strada giusta per chiudere questa parentesi rovinosa che ha coinvolto me e la mia amata casa editrice, Il Maestrale. Sono consapevole di aver rifiutato del denaro in cambio di una libertà che mi è stata revocata improvvisamente”.
Il diario è stato depositato dal professore nel pubblico Archivio Diaristico Nazionale nel comune di Pieve Santo Stefano
“Stando ai fatti attuali, forse l’ex professore ha delle velleità e vorrebbe essere ricordato attraverso le sue memorie e suoi aneddoti. Conosco bene quel diario e so perfettamente che i nomi presenti in quelle pagine sono pseudonimi. La realtà è che quel diario è già un romanzo che io ho stravolto ulteriormente attingendo liberamente e senza riferimenti alla sua persona o al suo entourage. La mia fortuna è quella di essere circondato da amici come Giancarlo Porcu, direttore editoriale del Maestrale, che frena la mia impulsività e mi sta aiutando a trovare anche il lato positivo della vicenda. Non so cosa succederà ma non mi rimprovero nulla perché ho agito in buona fede e sono stato tradito”.
“Madame Bovary c’est moi” diceva Gustave Flaubert
“È esattamente questo il punto: ogni romanziere che si dica tale conosce le regole del gioco e sa perfettamente che raccontare una storia è un po’ come mettersi a nudo. Gli spunti esterni possono essere ispirazionali, ma la storia si nutre sempre di fatti che riguardano l’autore. Nel libro ci sono i miei fantasmi, le mie angosce. Ritengo che il romanzo per sua natura sia tendenzialmente universale. Nelle prime pagine del romanzo c’è un’avvertenza che sottolinea il lavoro di fantasia dell’autore. Ma questo non è bastato per placare le ire di un uomo che non stimo più, accecato dalle proprie ragioni e lontano anni luce dalla realtà dei fatti”.