Un sito archeologico unico in tutto il Mediterraneo, con architetture possenti, officine artigiane, aree dedicate al culto e testimonianze materiali di una straordinaria vitalità: la fortezza di Monte Sirai a Carbonia è uno dei monumenti nuragici più interessanti dell’Isola. Da domenica prossima e per tutte le domeniche di ottobre, sarà finalmente presentato al pubblico con un percorso di visite guidate che ne racconteranno l’originalità e la grandezza: dal 7 ottobre e poi nei giorni 14, 21 e 28 ci sarà la possibilità di visitare il sito, finora aperto solo in occasioni eccezionali, grazie alla collaborazione tra il Comune di Carbonia, il Ministero dei Beni culturali, la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara e la Cooperativa Sistema museo.
I primi studi sulla fortezza-nuraghe risalgono agli anni Ottanta, ma è solo negli ultimi vent’anni che gli archeologi hanno lavorato sul terreno in maniera sistematica. Da subito, però, è venuta alla luce l’unicità del sito: un villaggio fortificato risalente all’età del Ferro, tra il 750 e il 550 a.C. circa, che ingloba un nuraghe più antico dell’età del Bronzo, costruito intorno al XIV secolo a.C. Se il sito è prezioso proprio perché testimone dell’età nuragica più recente di cui sappiamo ancora poco, è ancora più straordinario il fatto che le indagini archeologiche hanno documentato tutti gli aspetti della cultura materiale di questo periodo, dalla ceramica all’architettura, dalle arti alle tecnologie. Il sito, inoltre, era abitato da genti nuragiche e fenicie che per un certo periodo hanno convissuto pacificamente, scambiandosi prodotti, conoscenze, tecnologie. E forse l’officina del vetro (la più antica scoperta in Sardegna), riconosciuta in uno spazio dentro l’area sacra, nacque proprio grazie a questo scambio di competenze: qui gli archeologi hanno trovato tutte le testimonianze della produzione di oggetti in vetro, dalla prima frantumazione della quarzite alla fusione fino alla creazione di oggetti.
“L’apertura del sito ai visitatori è un momento atteso da tempo – commenta Sabrina Sabiu, assessora alla Cultura del Comune di Carbonia. – Quella di Monte Sirai, oggetto di importanti osservazioni scientifiche anche in ambito internazionale, è una scoperta che da pieno senso all’identità del nostro territorio”.
[metaslider id=”726173″]Grande soddisfazione per l’apertura al pubblico, se pure temporanea, per Carla Perra, archeologa che ha curato gli scavi degli ultimi anni, compreso l’ultimo, avviato il 12 luglio scorso e ancora in corso: “Rendere fruibile questo monumento è frutto dello sforzo dell’amministrazione comunale, del Sistema museale e di tutte le persone che hanno lavorato con passione. Penso soprattutto ai dieci operai, lavoratori dell’ex Ati-Ifras che sono stati assunti dalla Fondazione Cammino di Santa Barbara per il nuovo scavo sull’area. Presenteremo un sito unico nel suo genere, che finalmente restituisce un quadro completo dell’età nuragica e mostra anche una convivenza con genti fenicie. Il progetto prevede visite guidate a cura delle guide del Sistema museale per le quattro domeniche di ottobre, ma non escludiamo di ampliare l’apertura anche oltre. Monte Sirai non è ancora visitabile continuativamente perché i lavori sono ancora in corso e c’è tanto da fare per la sua musealizzazione; inoltre per la sua conformazione la visita non è agevole; prima di mostrarlo, inoltre, abbiamo preferito mandare avanti i lavori di ricerca e capire più cose possibili sulla storia del luogo. Ora riusciremo finalmente a coniugare le esigenze della ricerca con quelle della conoscenza e divulgazione per la comunità”.
Dopo l’apertura al pubblico, il sito sarà raccontato anche in una nuova pubblicazione a cura di Carla Perra con l’edizione completa di tutti gli scavi, che uscirà entro qualche mese con il titolo “La fortezza sardo fenicia del nuraghe Sirai”. Le visite partiranno questa domenica e si articoleranno in quattro appuntamenti durante la giornata: alle 9,30, alle 11.30, alle 15,30 e alle 17.30; il costo è di 5 euro a persona, è consigliata la prenotazione al numero 07811867304 o via email a carbonia@sistemamuseo.it.
(Foto di Giovanni Alvito, Teravista, su concessione MiBact)
Francesca Mulas