Alla Venaria Reale di Torino pubblico affascinato dal retablo di Tuili

Grande interesse a Torino per il retablo di San Pietro, proveniente dalla parrocchiale di Tuili e attribuito al Maestro di Castelsardo, esposto nella splendida cornice della Venaria Reale grazie alla mostra “La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori”, nell’ambito del programma “Restituzioni”, volto alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che Intesa San Paolo organizza ogni due anni e giunto ormai alla sua diciottesima edizione. L’esposizione, fase conclusiva del progetto, presenta quest’anno 212 opere d’arte provenienti da diciassette regioni italiane (più una da Dresda), restaurate nel biennio 2016- 2017 con il sostegno della Banca.

Per la prima volta la Sardegna è rientrata nel programma ed ha inviato in mostra uno dei suoi capolavori più affascinanti, straordinario per la sua unicità nel panorama artistico italiano. Il retablo, di dimensioni ragguardevoli (m 5,50 x 3,50), è stato selezionato dal comitato scientifico di Intesa San Paolo presieduto dai professori Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti, su segnalazione e progetto preliminare della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, che da anni monitorava le sue precarie condizioni conservative e si adoperava per reperire i fondi necessari per il restauro.

Il soprintendente arch. Fausto Martino e il suo personale tecnico (la dott.ssa Maria Passeroni ha diretto i lavori di restauro) hanno colto questa preziosa opportunità di collaborazione tra pubblico e privato, grazie anche alla sensibilità dimostrata da Mons. Roberto Carboni, vescovo della diocesi di Ales Terralba, e dall’allora responsabile dei beni culturali della diocesi, ing. Franceschino Serra, dal parroco della chiesa di san Pietro di Tuili, don Antonello Muscas e dal sindaco del paese, dott. Celestino Pitzalis che, comprendendo a fondo l’importanza dell’operazione in termini di conservazione e valorizzazione dell’opera a livello nazionale ed internazionale, hanno acconsentito a privarsene per un lungo lasso di tempo. Il retablo, infatti, è stato trasportato nel laboratorio della restauratrice Annalisa Deidda, alla fine del mese di settembre del 2017 e farà ritorno nella sua chiesa nel settembre 2018, alla chiusura della mostra. Il comune di Tuili si è nel frattempo fatto carico del reperimento dei fondi per una disinfestazione completa degli arredi e la bonifica dell’edificio, onde garantire un ambiente ottimale per la ricollocazione dell’opera.

I lavori di restauro hanno richiesto tempo, perizia e pazienza; sono stati preceduti da una serie di indagini diagnostiche (radiografie, spettroscopia IR, fluorescenza UV) per meglio orientare il successivo intervento e per recuperare una serie di informazioni sulle tecniche esecutive e sulla gamma dei pigmenti utilizzati dall’anonimo maestro. Si è nel frattempo proceduto alle operazioni di disinfestazione e consolidamento che avevano reso negli anni alquanto precario lo stato del supporto ligneo. Le reintegrazioni cromatiche sono state minime, eseguite nel pieno rispetto dei precedenti interventi e della pittura originaria.

Durante la conferenza stampa di apertura della mostra, il retablo di Tuili è stato citato dai curatori scientifici che ne hanno sottolineato l’imponenza, l’importanza e la peculiarità nel panorama artistico italiano. L’invito è quindi quello di visitare l’esposizione che resterà aperta fino al 16 di settembre per ammirare l’opera restaurata insieme agli altri capolavori italiani. È stato pubblicato on line il catalogo della mostra; la scheda del retablo di San Pietro è stata curata dalle storiche dell’arte Patricia Olivo e Maria Francesca Porcella.

(foto da lavenaria.it)

 

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