“Mare e Miniere” la rassegna musicale itinerante curata dall’associazione Elenaleddavox ha fatto tappa ieri sera a Iglesias con il progetto speciale “Scavi. Storie Di Miniera”. Uno spettacolo emozionante e di grande suggestione grazie alla magistrale interpretazione della cantante attrice Simonetta Soro (voce narrante), sulle note originali di Mauro Palmas (mandole), musicista cagliaritano, l’accompagnamento di Silvano Lobina al basso, e il supporto tecnico della Gennarta Servizi. Il testo è della scrittrice Mariangela Sedda che, emozionata, ha assistito allo spettacolo.
La cantante-cernitrice. L’idea, perfettamente riuscita, era quella di raccontare semplici storie di miniera, ambientate nella prima metà del secolo scorso, condite con musiche originali. Attraverso un coinvolgimento globale fra tradizione e innovazione, incontrando brani musicali dell’epoca, evocano ricordi a volte struggenti e a volte goliardici, in grado di trasportare lo spettatore in una dimensione surreale che fa rivivere le ordinarie, ma sempre straordinarie, vicende di miniera. Protagoniste e artefici di uno strepitoso sviluppo economico . Ed è così che Simonetta Soro si cala nei panni della giovane cernitrice, oggi ormai adulta che, raccontando spaccati di una vita privata, con riferimento anche agli aspetti più intimi, fa rivivere ciò che veramente ha rappresentato la miniera per le genti del Sulcis Iglesiente. Racconti struggenti nella loro drammatica intensità e carica interiore in grado, però, di lasciare spazio comunque a situazioni “leggere” e gioviali come il momento dei matrimoni e degli amori dei protagonisti. Una grande vitalità che alimentava piccoli villaggi o grandi città minerarie, al cui centro c’era però sempre lei, la Miniera, che sovrastava maestosa tutto e tutti, elargendo lavoro e benessere. Lavoro duro. Pagato a volte, tante, troppe, con la stessa vita. Di tanto fervore oggi restano solo miseri ruderi in quasi totale abbandono.
Un’ora di spettacolo davanti a un centinaio di spettatori (con il contributo della Regione e della Fondazione Banco di Sardegna) intenso ed emozionante, apparso fin troppo breve, che neppure la buia, trasandata e trascurata location scelta per lo spettacolo (il retro del giardino della palazzina dell’Associazione Mineraria) e il forte maestrale ne hanno potuto sminuire il valore artistico. Forse uno spettacolo di così forte impatto per il territorio minerario del Sulcis Iglesiente avrebbe meritato un’attenzione maggiore.
Carlo Martinelli