Vernaccia di Oristano, 50 anni di doc: rilancio con l’Ecomuseo di Tramatza

La prima Doc sarda compie 50 anni. È la Vernaccia di Oristano, primo vino nell’Isola a ottenere, nel 1971, la prestigiosa denominazione. Una ricorrenza importante da festeggiare con un ideale brindisi a base di questo bianco secco dai sentori intensi e “mirrati” e dal caratteristico colore tra ambra e topazio.

Con i suoi 3.500 anni di storia certificata, da una dozzina d’anni il vitigno autoctono, risalente all’epoca nuragica, è protagonista di un piccolo rilancio, dopo il buio commerciale degli anni ’90. A farsi portavoce di questa rinascita è l’Ecomuseo della Vernaccia, associazione culturale fondata tre anni fa da Davide Orro, dell’omonima cantina di Tramatza, per tutelare e rilanciare questo tesoro delle vigne della vallata del Tirso facendo fronte comune con un progetto di rete aperto a tutte le aziende dell’Oristanese, terra di elezione di questo prodotto legato al territorio, alla cultura e ai suoi riti come la Sartiglia.

Un unicum nel mondo, ma che fatica a imporsi sui mercati. Solo circa 300 sono gli ettari coltivati, sette le aziende che producono la Vernaccia. Una tipologia apprezzata da enologi in tutto il mondo per le proprietà organolettiche, il suo carattere eclettico, gli aromi sprigionati grazie ad un originale metodo di maturazione: il vino riposa in botti di legno scolme per favorirne la formazione del lievito Flor in superficie.

L’obiettivo dell’ Ecomuseo – spiega Mauro Contini, responsabile produttivo dell’omonima cantina – è rispettare la tradizione produttiva con un occhio attento alle nuove vinificazioni, per renderlo più versatile e contemporaneo”. La vernaccia sta entrando sempre più nel mondo della ristorazione e della miscelazione, come suggerito da Andrea Balleri, brand ambassador della cantina di Cabras.

“Le aziende che producono Vernaccia sono oggi in mano a giovani laureati e specializzati, il settore si sta svecchiando – sottolinea Roberto Puggioni, enologo della cantina sociale – pur sempre con grandissimo rispetto per la tradizione”. Sono tante le iniziative portate avanti dall’Ecomuseo per promuovere l’unicità del vitigno, del territorio e dell’intera filiera. Una visita a casa Enna, sede dell’Ecomuseo multimediale a Tramatza, consente un’immersione nel mondo della Vernaccia attraverso esposizioni di oggetti e reperti, una biblioteca a tema, visite immersive per cogliere la bellezza dei paesaggi e le fasi della raccolta e lavorazione delle uve, attraverso l’utilizzo dei visori tridimensionali.

Importante è poi l’attività con le scuole, i tour in cantina e in vigna. “La formazione dei soci con l’obiettivo di affinare la capacità di raccontare il prodotto e interagire con i mercati internazionali e i turisti è fondamentale”, dice Fabrizio Abis, responsabile del tavolo enogastronomico dell’Ecomuseo. Su questo gioiello dell’enologia mondiale l’Ecomuseo sta investendo tempo, lavoro, passione”. “Ora andiamo avanti – assicura Davide Orro – siamo pronti per il riconoscimento come museo. Siamo al servizio di questo prezioso e raro vitigno e abbiamo il dovere di preservarlo”.

(Ansa)

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