Tredici ristoranti sardi nella Guida dell’Espresso: due ottengono i ‘Tre cappelli’

La cucina ‘green’ di Fradis Minoris nella laguna di Nora dello chef Francesco Stara, quella popolare e creativa di Arieddas tra le colline della Marmilla a cura di Francesco Vitale, lo sguardo ‘stellato’ sulle materie prime dell’Isola di Sadler a San Teodoro e le proposte di Terra a Cagliari con lo chef Alessio Signorino. La Guida ai ristoranti d’Italia dell’Espresso torna con una edizione profondamente rinnovata – solo mille insegne recensite contro le oltre duemila del volume dell’anno scorso – con diverse new entry sarde, due delle quali ottengono un punteggio elevato con i ‘Tre cappelli’ assegnati dai critici. Il primo è Fradis Minoris, stesso risultato anche per l’alta cucina di Fuoco Sacro a San Pantaleo – altra novità nel volume – guidata dallo chef-patron Luigi Bergeretto con la consulenza dello chef italiano più stellato al mondo, Enrico Bartolini.

La nuova guida propone 13 ristoranti sardi. Ci sono anche Pomata (Cagliari), Hub (Macomer), Somu (Arzachena), I sarti del gusto (Cagliari), Confusion (Porto Cervo) e poi quattro ristoranti recensiti ma che per il punteggio ottenuto non vengono segnalati coi cappelli: Josto (Cagliari), Arke (Quartu) e Abbamele (Mamoiada). La scelta del nuovo curatore della Guida, Andrea Grignaffini, è stata quella di ridurre il numero dei ristoranti per dare maggiore omogeneità alle scelte e ai criteri di voto, segnalando solo quelli che ritengono veramente meritevoli (anche a costo di esclusioni importanti: ma ovviamente de gustibus). “Semplicemente – ha detto in una intervista a Identità golose – sono tavole in cui si mangia bene, indirizzi che segnaliamo ai “buongustai” – una parola che preferisco a “gourmet”. I nostri lettori sono i clienti dei ristoranti, non i ristoratori. E non è una guida turistica, non segue cioè logiche geo-politiche: se città più o meno importanti non sono presenti è perché non presentano tavole degne di nota”.

A.T.

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