Nuovo appuntamento con la rubrica Sardinia excellence. Storie, persone che rendono unica l’Isola a cura di Antonio Paolini una delle firme più autorevoli del giornalismo enogastronomico.
Unico museo privato nel ricco contesto cittadino “creatura” di Vanna Fois: mostre, libri, jazz, eventi, e… cibo
C’è cibo per il corpo e cibo per la mente (o per lo spirito, fate voi, a seconda di come la pensiate). Qui un tempo si serviva cibo per il corpo. E in modi e circostanze particolari. C’era un carcere, nei pressi. E c’erano i parenti e le persone comunque care che venivano da altrove (i molti “altrove” dell’isola) in visita. Qui trovavano un posto di ristoro, un luogo dove fermarsi, bere e mangiare qualcosa. Una sorta di “consòlo”, viste le circostanze non liete del viaggio, per certi versi simile, pur se non proprio analogo, a quello che seguiva un tempo, nelle piccole comunità coese, i lutti e i funerali.
Uno dei tanti modi in cui si esprimeva (e ancora si esprime) la convivialità in versione sarda, dove accogliere diventa un rituale: “E anche un po’ un atto teatrale – spiega Vanna Fois, che oggi di questo posto, divenuto nel frattempo una dispensa ricercata e originale di cibo per la mente, e non solo, è l’anima e il motore. – Basta pensare a ‘su spuntinu‘, una rappresentazione farcita di sapori che dura, se va bene, mezza giornata, e in cui quel che si mangia è importante, certo, ma ha soprattutto la funzione di protrarre il tempo passato insieme. Un rito, insomma, che eternizza, o almeno prova a eternizzare una situazione e delle relazioni”.
L’ex luogo di ristoro per parenti e amici dei “ristretti” (come si diceva allora) è oggi un museo. L’unico museo privato, inserito come un cammeo nella serie di quelli pubblici (il comunale Man dedicato all’arte contemporanea; l’attiguo Museo della Ceramica; il regionale Casa Deledda; il nazionale Archeologico) che costituiscono un vero e articolato “Paseo de l’Arte”, sul celebre modello madrileno, tutto percorribile a piedi, tutto prossimo, accessibile e sostenibile.
“La gloria, la ricchezza e la unicità di una città come Nuoro, 34 mila abitanti e un forziere culturale colmo di tesori”, osserva Fois. Che con il suo Spazio Ilisso contribuisce in modo tanto eclettico quanto articolato. Perché accanto e attorno al fulcro museale permanente, dedicato alla scultura sarda del ‘900, con pezzi preziosi (da Pinuccio Sciola a… ) esposti nei giardini e negli spazi del primo piano, fioriscono floride le attività collaterali. A cominciare dalle esposizioni temporanee (in corso c’è ora UNICA dedicata a sei artiste italiane, Carla Badiali,Crol Rama, Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Tomaso Binga e Maria Lai, e alle loro storie) che a corredo alimentano inziative didattiche correlate, focus e momenti di approfondimento. E poi performance, serate di teatro, musica (jazz in primis, altro “special” nuorese visto che la città ne è inseime fan e nursery di protagonisti), e memoria.
Perché se la visione di Ilisso e della sua animatrice è assolutamente contemporaneo e, anzi, proiettato in avanti, nulla di vero si può fare senza costruire sulle fondamenta. Ecco allora lo straordinario archivio storico che è una delle ricchezze di questo posto. E la sua attenzione costante alla cultura materiale, quella che nell’isola ha le radici forse più prodonde.
Dal 2000 Ilisso ha iniziato a firmare una collana di straordinari libri (epitomi monografiche accuratissime) dedicati a Pani, Dolci, Formaggi, Vino, Olio, ma anche Gioielli e Costumi della tradizione isolana, così ricca e rituale, con i legami alle ricorrenze (e a suggestioni di profondità temporale pressoché ancestrale) e ai riti del quotidiano che ciascuno di questi soggetti incarna.
Il risultato di tanto impegno? “Possiamo parlare sul fronte dei risultati numerici di grande soddisfazione: 23.000 presenze circa di media all’anno, cioè 2000 al mese. Senza contare le frequenze spot alle iniziative speciali”. E tutto questo, va da sé, al lordo delle condizioni logistiche non esattamente promuoventi che incontra tuttora chi dalle località più battute della Sardegna, o dalle stesse altre città capoluogo, vuol raggiungere Nuoro.
Ma il gioco (che gioco non è, ma lavoro e ancora lavoro) vale evidentemente la candela. E Ilisso ha davanti a sé un ricco programma da costruire e realizzare. E in cui – spiega Fois – il cibo entrerà di nuovo, e in maniera concreta, come era in fondo all’inizio delle cose. Con cene e appuntamenti speciali dedicati alle unicità e ai tesori cui l’attività ilissiana non vuol smettere di dare risalto e testimonianza.
Il tutto, ovviamente, contando sul sostegno del pubblico fedele e nuovo, e anche di chiunque vorrà contribuire. Il “5 x mille”, ormai tutti lo sanno, è il modo più diretto, efficace e… gratuito: il destinatario, per chi vorrà, è FONDAZIONE ILISSO ETS e il codice fiscale (tanto per facilitare il copia e incolla) è 01660130913. La causa, credeteci, stravale…
Antonio Paolini
Antonio Paolini è una delle firme più autorevoli del giornalismo enogastronomico. È coordinatore Guide food Gambero Rosso. Ha co-fondato e scrive per la testata web Vinodabere.it. Ha lavorato a lungo al Messaggero (Esteri, Economia, wine & food columnist), ed è stato curatore dei Vini dell’Espresso e nel comitato esecutivo della Guida ai Ristoranti d’Italia. Ha scritto tra gli altri per L’Espresso, Spirito Divino, Monsieur, La Cucina Italiana, I Fiori del Male, e pubblicato decine di Guide. Nel 2008 gli è stato attribuito il Premio Veronelli. Attualmente collaboratore del gruppo Sae.