Quartomoro, vini e spumanti di Sardegna

La passione per il vino, la curiosità e la ricerca costante, le scelte professionali e di vita hanno avuto come bussola un unico amore, quello per l’Isola, esplicitato anche nel nome dell’azienda: Quartomoro di Sardegna. “Ci piaceva pensare che i sardi all’estero potessero sentire già dal nome il profumo di casa”, iniziano così il racconto dell’avventura imprenditoriale Quartomoro Luciana Baso e Piero Cella, coniugi e avviatori dell’azienda vitivinicola ai piedi del Monte Arci, nel Campidano, regione storica della Sardegna sud-occidentale.

Un’idea nata dieci anni fa dall’enologo Piero Cella, figlio d’arte, e che ha avuto come maestro Giacomo Tachis, ritenuto il più grande enologo in Italia. “La scelta di lavorare in proprio deriva dalla volontà di rappresentare la nostra terra. Una Sardegna che ha ancora tanto da far riscoprire. La nostra missione è contribuire a raccontare l’Isola attraverso i nostri vini”.

Una missione che si arricchisce di particolari e di obiettivi: “Piero ha studiato in prima persona i vitigni autoctoni sardi e la realtà della viticoltura isolana – dice Luciana -. I risultati sono relazioni e confronti importanti instaurati in questi anni, come le collaborazioni con la Banca del Vino e l’Università del gusto di Pollenzo. Abbiamo poi avuto ottimi riscontri dalla rifermentazione in bottiglia del Vermentino, che è il vitigno principe”. Da qui la descrizione dell’azienda coincide con le meraviglie dei vitigni e dei vini ricercati anche all’estero, come il Cannonau e il Bovale sardo, di cui hanno acquistato un vigneto di cinquant’anni.

La cantina vinifica in purezza anche la Vernaccia, il Nuragus, il Carignano, il Monica e il Cagnulari, ma anche uve meno conosciute ai più come il Semidano, il Muristellu e il Girò. La valorizzazione dei vitigni autoctoni ha richiamato l’attenzione di persone interessate a quella che è definita una vera e propria cantina didattica dove si pratica l’enoturismo. La tenuta si estende per dodici ettari e rispetta la natura vulcanica del monte Arci, per questo è nera come l’ossidiana che questo territorio ha espresso in quantità.

“Accogliamo le persone con degustazioni e incontri d’autore – fa da padrona di casa Luciana -. Possiamo anticipare che a marzo 2022 Quartomoro si presenterà al pubblico con una degustazione di tutte le nostre etichette”. Un’altra novità è lo spumante, che Quartomoro offre in quattro versioni: due con metodo classico e due in versione frizzante. Una diversità che li porta a vendere in Europa e all’estero, specialmente negli Stati Uniti, in Australia e in Giappone.

“L’ultima vendemmia ha dato grandi soddisfazioni – chiosa Piero -, saremo capaci di offrire non solo vini di una certa eleganza ma che potranno anche durare nel tempo e gratificarci tra qualche anno”. Della parte commerciale si occupa il figlio Alberto, poco più che ventenne, appassionato di vini, e che ha scoperto il lavoro in vigna durante la pandemia. “Trasmette la passione che ci contraddistingue”, conclude Piero, inventore di un intreccio di vite e di viti, con valori e scopi anche storico-culturali: “Sogniamo che una piantina possa avere la capacità di dar risalto anche a siti abbandonati come l’area archeologica di Is Bangius, per una promozione del territorio totale e accurata”. In abbinamento ai vini e spumanti Quartomoro.

Contenuto offerto in collaborazione con Quartomoro

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