Osterie d’Italia, la guida di Slow Food dà il massimo dei voti a 11 locali sardi. E la novità italiana dell’anno è di Cagliari

di Andrea Tramonte

La novità dell’anno nella guida Osterie d’Italia di Slow Food è cagliaritana. Un locale che ormai esiste da qualche anno e che ha fatto della sua proposta gastronomica da trattoria contemporanea una delle sue caratteristiche più riconosciute e apprezzate: il Babeuf. “Una perfetta espressione di locale quotidiano, che non si limita a “essere” di quartiere – ma il quartiere lo fa, lo vive e lo costruisce accogliendo in modo genuino, con piatti versatili, sempre buoni e attuali, e con un approccio al servizio contemporaneo, fresco e coinvolgente”, spiegano da Slow Food.

La trentacinquesima edizione di Osterie d’Italia racconta, come ormai da tradizione, la ristorazione italiana “più autentica e di qualità” attraverso le visite e le recensioni di più di 250 collaboratori sparsi in tutta Italia, una rete fitta e capillare di appassionati che visitano in anonimato tantissimi locali. Dei 1917 locali segnalati nella guida, sono 324 i locali premiati con il massimo riconoscimento della Chiocciola, assegnato alle insegne che si contraddistinguono per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con i valori di Slow Food. In Sardegna sono 11: ChiaroScuro – Cagliari; La Locanda dei Buoni e Cattivi – Cagliari; Transumanza – Cagliari; Da Andrea al Cavallera – Isola di San Pietro; Su Recreu – Ittiri; Abbamele – Mamoiada; Il Rifugio – Nuoro; Letizia – Nuxis; Ada – San Sperate; Il Vecchio Mulino – Sassari; La Rosa dei Venti – Sennariolo.

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