Masterchef Italia, Piera di Ittiri prova a convincere i giudici con il piatto di zichi al sugo di cozze

Si è giocata il tutto per tutto con la formula all in. Barbieri dice no ma la simpatia è vincente

di Manuela Vacca

“Sono una persona che si fida troppo del suo istinto e lo segue, ogni volta che non l’ho seguito ho sbagliato. Poi posso sempre sbagliare, ma mi do sempre fiducia”. Così l’ittirese Piera ha affrontato la prova con il trio di giudici di Masterchef Italia. Ieri, nell’episodio tre della 14esima stagione del programma, è apparsa grintosa e ha optato per la nuova formula All in, ossia chiedere dieci minuti anziché cinque e giocarsi il tutto per tutto davanti a Giorgio Locatelli, Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo per ottenere subito il grembiule bianco oppure andare direttamente a casa.

Per partecipare ha scelto di portare come materia centrale lo zichi (o tzicchi), pane logudorese originario di Bonorva tradizionalmente preparato per le feste e per i matrimoni . “Che all-in sia! Sì, comunque vada”, ha deciso lei. “Lo zichi va al mare” il nome del piatto condito con sugo di cozze e finocchietto.

“Sono qua perché ho un sogno, che è quello di aprire un cucina della tradizione sarda. Una cosa che accomuni la cultura sarda, che accomuni la lingua, i profumi della Sardegna”, ha affermato, facendo notare che nei paesi della sua isola si continua a parlare la lingua sarda ma non nelle città.

“Ho un’idea: ci racconti la ricetta in lingua di Ittiri“, le ha chiesto Bruno Barbieri. Così la concorrente ittirese non si è tirata indietro e ha usato tutti e dieci i minuti cucinando e spiegando la preparazione in sardo. Sa trudda, il mestolo in turritano, lo strumento protagonista della sua prova mentre le figlie e il marito osservano e facevano il tifo.

La foto del piatto proposto

Bruno Barbieri si aspettava un impiattamento migliore, eseguito con il cucchiaio per avere la precisione e non con il mestolo. All’assaggio ha commentato: “La salsa è buona, le cozze sono state lavorate bene. Però qui c’è uno sbilanciamento tra pasta e sugo”.

La concorrente ha sostenuto la prova con brio e simpatia, spiegando anche il significato di “truddone”, epiteto usato per apostrofare chi fa qualche fesseria. Barbieri ha subito replicato “quindi hai fatto una truddata di un truddone che, alla fine di tutto, è un mappazzone. Giusto?”

“Il sapore è molto buono, colore molto attraente, vedo lei nel piatto“, ha detto lo chef Giorgio Locatelli che ama scoprire la ricchezza gastronomica del Belpaese. Ha sentito “dei sapori genuini e anche una personalità molto genuina”, esprimendo il suo sì. Giudizio positivo anche per Antonino Cannavacciuolo : “Io ho visto il sole entrare, ho visto anche come hai usato dei prodotti. Quindi per me è un sì.

Ma il diverso parere di Bruno Barbieri, che pur ha apprezzato istinto e coraggio della donna, ha infranto il sogno di Piera: “A me il coraggio piace molto. All in significa o tre sì o niente. E tre sì sono un piatto perfetto e tu lo sai bene. Mi spiace, la perfezione in questo piatto non c’era – le parole del giudice -. Per me è no“.

“Se non giocava l’all in era grigio”, ha poi aggiunto Barbieri conversando con i colleghi. Peccato, un grembiule grigio per poi accedere al test successivo sarebbe stato sicuro. Ma è un gioco e la sua simpatia ha comunque vinto. La concorrente sarda va via a testa alta e serena. “Se ho fatto male ho fatto bene comunque, perché magari mi aspettavo qualcosa di migliore”, ha infine concluso Piera dopo la prova.

In gara c’era anche un’altra concorrente residente in Sardegna, la brasiliana Francine, che aveva ottenuto il grembiule grigio nella selezione iniziale. Ma, sempre Barbieri l’ha fermata al blind test, ovvero nella prova di assaggio alla cieca da parte dei giudici.

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