La cucina come chiave per rinsaldare i rapporti commerciali, turistici, enogastronomici tra le due regioni, Sardegna e Toscana, e il ricordo della transumanza di diecimila i pastori sardi che dagli anni Sessanta varcarono il mare con le loro greggi per iniziare una nuova vita nelle campagne toscane, dove la loro presenza ha dato nuova vitalità all’attività casearia. Il tema è stato al centro della due giorni tra Arezzo e Firenze di un gemellaggio fra regioni ideato da Confcommercio Fipe Sardegna con la collaborazione di Confcommercio Toscana e il sostegno della Camera di Commercio di Cagliari-Oristano.
Dopo il dialogo ai fornelli tra dieci chef sardi in nove ristoranti di Firenze e Arezzo, il convegno conclusivo seguito da una degustazione di vini e prodotti tipici sardi. “Il cibo è cultura, una forma di linguaggio che da sempre mette in connessione i popoli – ha detto il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che è anche vicepresidente vicario di Fipe nazionale e ha accolto volentieri il gemellaggio –. Ogni piatto racconta storie di passione, fatica e autenticità nel segno della cultura pastorale che ha modellato il paesaggio, le comunità e l’enogastronomia delle nostre regioni, entrambe con una forte identità rurale”.
“Il mondo agropastorale – ha dichiarato il presidente di Fipe Sardegna Emanuele Frongia – per noi sardi ha sempre rappresentato un punto di partenza. Le nostre tradizioni, la nostra cultura, molti dei nostri codici non scritti sono l’eredità e l’eco di quelle campagne ma anche officina di tradizione enogastronomica e gusto nella tavola. Nella transumanza noi sardi abbiamo portato il nostro lavoro, il nostro know how ma anche le nostre tradizioni e oggi da sardi, da imprenditori, da ambasciatori enogastronomici, siamo emotivamente coinvolti in questo ripercorrere le origini. La Toscana ci ha accolto un tempo quando cercavamo una casa per noi e le nostre famiglie e oggi rinnova la sua ospitalità con questo bellissimo progetto”.
Per Nando Faedda, vicepresidente della Camera di commercio di Cagliari-Oristano, “la transumanza, un tempo pratica millenaria, oggi si rinnova attraverso il cibo, un linguaggio universale che unisce le persone. Abbiamo dimostrato che la collaborazione tra territori può generare ricchezza e sviluppo, valorizzando le eccellenze locali e promuovendo un turismo sostenibile e di qualità. Questo è solo l’inizio di un lungo percorso, sono certo che questo progetto lascerà un segno indelebile, ispirando nuove iniziative e rafforzando i legami tra la Sardegna e la Toscana”.
Sulla stessa linea anche il segretario generale della Camera di Commercio, Cristiano Erriu, che ha ricordato: “A differenza di altri casi i gruppi di emigrati sardi, in Toscana non si sono accalcati nelle città ma dispersi nelle campagne. Si sono insediati nei poderi adattandosi agli insediamenti preesistenti nei diversi luoghi. Si sono trasferiti con intere famiglie, uomini e donne. Hanno trasferito le attività economiche originarie, hanno garantito la continuità di mestiere: dentro i poderi – ha sottolineato – sono stati portati modelli sociali e culturali, forme di produzione della società di provenienza. Questo gemellaggio non è solo un incontro di sapori, ma è una promessa: quella di continuare a lavorare insieme, di crescere insieme, di fare rete e di guardare al futuro con l’orgoglio di chi sa che il buon cibo è un ponte che unisce culture, popoli, terre e cuori”.