Pecora in cappotto avvolta nel filindeu: chef a Parigi reinventa la tradizione

Una rivisitazione originale della “pecora in cappotto avvolta nel filindeu”. Salvatore Ticca, chef e proprietario del “Ristorantino Shardana” a Parigi ha presentato il suo piatto in occasione di “Re-Story-It”, il progetto promosso dall’Ambasciata italiana e dal Consolato Generale d’Italia a Parigi, ideato e realizzato da Laura Ginatta di GPuntoElle Communication et Promotion Culturelle.

Una iniziativa per promuovere la cucina e la cultura italiana nel mondo raccontata attraverso una serie di videointerviste online su Facebook e sul canale YouTube. Il focus è sulle storie di ristoratori italiani che hanno deciso di aprire un locale a Parigi. La scelta è caduta anche su Salvatore Ticca. Originario di Oliena, specializzato in una cucina sardo mediterranea, lo chef ha utilizzato in modo originale su filindeu, una pasta fatta esclusivamente a mano, una delle più rare al mondo, tipica dell’antica tradizione culinaria nuorese.

“Ho avvolto la carne di pecora nel filindeu – spiega all’Ansa – ho allentato con il brodo di pecora stessa, una volta freddo ci ho avvolto la pecora e l’ho fritta. Ho emulsionato le patate e anche una parte di cipolle, mentre un’altra parte di cipolle sono state usate a zeste (a scorza, ndr) per rendere il piatto un po’ più bello”. Dei “fili di Dio” (filindeu) ha parlato nei suoi libri la scrittrice nuorese premio Nobel Grazia Deledda di cui l’attrice Caterina Murino ha letto un brano, oltre a raccontare il suo amore per la Sardegna. Poi è stata la volta della cantautrice Simona Salis, che ha unito il suono della lingua sarda a sonorità pop ed elettroniche e che ha musicato varie leggende della sua terra d’origine, tra cui una, appunto, descritta nelle raccolte etnografiche di Grazia Deledda. Lo scopo dell’iniziativa è sostenere i ristoratori italiani all’estero in questo momento difficile a causa delle limitazioni dovute alla pandemia.

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