‘Fattu, cottu e calandeddu’, visite guidate all’agrario di Elmas

Una tre giorni dedicata alla riscoperta del comparto agroalimentare sardo, degustazioni e musica: “Fattu, cottu e calandeddu” dal detto in sardo campidanese che significa proprio “preparato, cotto e mangiato”, è la manifestazione organizzata dall’associazione culturale Villa Muscas in collaborazione con l’Istituto tecnico agrario di Elmas (dove si svolgeranno le attività) e il contributo della Regione Sardegna. E sebbene il nome dell’iniziativa possa trarre in qualche modo in inganno, il prodotto alimentare non verrà mostrato solo nella sua forma finita, ma saranno condotte visite guidate tra il caseificio, l’oleificio, la cantina e il mielificio della scuola.

Studenti di Maracalagonis in visita all’Agrario di Elmas

Nella mattina di venerdì – oltre ai ragazzi della scuola media di Maracalagonis, che per primi hanno potuto assistere ai processi produttivi e approfittare delle degustazioni – erano presenti, insieme alla dirigente dell’Istituto, Maria Antonietta Atzori e la sua omologa di Maracalagonis, Emanuela Lampis, il presidente dell’Associazione Villa Muscas, Vittorio Porcelli, e l’assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa. “Non ci può essere futuro senza uno sguardo alle radici”, esordisce così la preside Atzori, che ritiene indispensabile mantenere i contatti e organizzare questi eventi anche a Villa Muscas, storico stabile al centro della città di Cagliari ed ex sede dell’istituto agrario. “È necessario ripristinare anche al più presto il Museo dell’Arte e Cultura contadina e i beni che rappresentano la storia della scuola, la quale continua a trasmetterci un senso di appartenenza fondamentale”. Dello stesso avviso anche l’assessore Chessa che vede in manifestazioni come questa “un’opportunità anche per i ragazzi che ci lega anche a quello che oggi chiamiamo turismo esperienziale.” E sullo sguardo al passato e un significativo ritorno dei giovani all’agricoltura aggiunge “la terra non tradisce, è una risorsa enorme per l’isola e dobbiamo ripartire da momenti come questi. Si parla di chilometro zero: i nostri ragazzi imparano a produrre qualità certificata e Villa Muscas deve diventare uno di centri di riferimento per riscoprire l’agricoltura, ma anche per dare un’opportunità al turismo e a Cagliari”.

Vittorio Porcelli aggiunge invece alcuni tasselli storici importanti: “Ho passato all’Istituto agrario quasi sessant’anni e il mio lavoro è stato sempre di tenere inserita la scuola nel territorio. Ho avuto rapporti con tutte le imprenditorie sarde e con la scuola abbiamo portato anche delle implementazioni tecnologiche nelle campagne”. Anche sulla qualità dei vini sardi, Porcelli vanta il ruolo dell’agrario come polo per l’educazione al gusto e al livello sempre più raffinato della produzione enologica isolana, oggi apprezzatissima in tutto il mondo: “La qualità dei vini è una cosa relativamente recente, si è costruita nel tempo e anche l’etichetta deve avere il suo ruolo, anche l’occhio vuole la sua parte. Facevamo convegni, seminari di studio e con l’assessorato all’agricoltura si è costruito l’ingresso dell’istituto con i corsi post-diploma allo scopo di affinare queste competenze”.

Studio e attività laboratoriali per avviare quella che oggi viene definita agricoltura 4.0, insieme a una visione più ampia che questo titolo di studio permette di acquisire. Ripartire, dunque, dall’identità e dall’Istituto agrario che ha avviato una serie di corsi come quello enologico che permette diversi sbocchi, dalla degustazione al packaging e il marketing del vino, tutte competenze che – secondo i presenti- potrebbero essere spese benissimo in un ambiente come quello dello stabile di via Sant’Alenixedda. Fattu, cottu e calandeddu proseguirà sino a domenica e vedrà, tra le altre cose, la partecipazione di musicisti come Williboy Taxi, Vittorio Pitzalis e tenore S. Elene di Dorgali.

Martina Serusi

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share