Dal Cannonau al Vermentino, oltre 100 cantine sarde in vetrina al Vinitaly di Verona

Sono oltre un centinaio le aziende del settore vitivinicolo che prenderanno parte, quest’anno, alla 55sima edizione del Vinitaly, la manifestazione fieristica del vino e dei distillati in programma a Verona dal 2 al 5 aprile. Le 72 cantine che partecipano alla collettiva della Regione avranno a disposizione un’area di oltre 1.700 metri quadrati all’interno del Padiglione 8 di Veronafiere: all’interno ci sarà anche uno spazio istituzionale nel quale, come già avvenuto nelle precedenti edizioni, saranno organizzati momenti di degustazione delle eccellenze vitivinicole in abbinamento ai prodotti agroalimentari tipici.

Quasi il 40 per cento del vino prodotto in Sardegna va oltre mare e di questo, il 50 per cento va all’estero (di questo, il 60 per cento in Europa, il 30 per cento in America, e il 10 per cento in Asia). La superficie utilizzata per la vite in Sardegna è pari a poco più di 27.000 ettari, e circa 300 sono le aziende che hanno almeno un’etichetta. La Sardegna vanta attualmente 19 Denominazioni di origine Doc e una Denominazione d’origine controllata Docg relativa al Vermentino di Gallura.

Lunedì 3 aprile, dalle 14 alle 15.30, al Padiglione 8 (Sardegna) masterclass con tre punte di diamante dell’enologia italiana: Mariano Murru, Andrea Pala e Antonio Manca. A loro il compito di presentare tre differenti vitigni: Nasco (Murru), Arvisionadu (Pala) e Granazza (Manca). Murru è stato premiato da Vinoway nel 2020 come miglior enologo italiano. Murru è tra i più apprezzati enologi italiani nel mondo. A seguire le sue orme, il gallurese Andrea Pala, eletto miglior giovane enologo d’Italia nel 2021 che ha contribuito a creare vini che hanno già ottenuto importanti riconoscimenti. Giovane ma già di grande esperienza anche Antonio Manca, enologo della cantina Trexenta, che con i vitigni autoctoni ha grande dimestichezza. “L’Arvisionadu – afferma Andrea Pala – è un rarissimo vitigno autoctono la cui diffusione è limitata in un fazzoletto di terra di circa 20/25 ettari, nella regione storica del Goceano, tra i Comuni di Benetutti e Bono. Un vero unicum perché è la stessa scienza a dire che per questo straordinario vitigno non è stata trovata nessuna corrispondenza genetica”.

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