“Violenza sessuale dopo la discoteca”: indagati un figlio di Grillo e tre amici

Quattro giovani genovesi sono stati interrogati per fare chiarezza su una presunta violenza sessuale di gruppo che li avrebbe visti protagonisti a Porto Cervo. Tutto è partito dalla denuncia di una modella del nord Europa che ha raccontato di aver conosciuto i giovani in discoteca. Secondo la ricostruzione del Secolo XIX e della Stampa, la serata in Costa Smeralda sarebbe proseguita poi nella villa di Beppe Grillo dove Ciro, il 19enne figlio del comico-fondatore del Movimento Cinque stelle, e i tre amici genovesi Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria avrebbero avuto rapporti sessuali con la giovane che, in base ai loro racconti, sarebbe stata consenziente. Ma la modella alcuni giorni dopo ha invece denunciato di aver subito violenza.

Le due versioni sentite dalla Procura di Tempio sono contrapposte, i carabinieri hanno sequestrato i telefonini dei ragazzi genovesi e hanno trovato anche un video della serata che documenterebbe un rapporto sessuale, ma anche su quello una parte sostiene che confermi la violenza e l’altra che dimostri il coinvolgimento della ragazza.

Sono due gli elementi al vaglio della Procura di Tempio Pausania dopo l’interrogatorio di Ciro Grillo e dei tre suoi amici coetanei, accusati di aver violentato una modella di origini scandinave il 16 luglio scorso nella villa del fondatore del M5s a Porto Cervo. In primo luogo c’è da chiarire se i protagonisti della vicenda, presunta vittima compresa, avessero fatto o meno abuso di alcol o droghe, in secondo luogo – ma i due aspetti sono collegati – si valuta lo stato di minorata difesa legato alla superiorità fisica e numerica dei quattro ragazzi, specie se si confermasse l’ipotesi che la modella era in stato di alterazione psicofisica.

Sentiti dalla sostituta Laura Bassani, la magistrata che coordina le indagini dopo la denuncia presentata dalla ragazza ai carabinieri di Milano, i quattro giovani genovesi (Ciro Grillo è difeso dall’avvocato Enrico Grillo, Vittorio Lauria da Paolo Costa, Edoardo Capitta da Ernesto Monteverde e Francesco Corsiglia da Romano Raimondo e Gennaro Velle) sostengono che la giovane fosse consenziente. Dalla Procura non filtrano altri particolari, nemmeno sul video sequestrato durante le perquisizioni in casa degli indagati. “Faremo presto, a garanzia degli indagati e della parte offesa”. È l’unico commento che Gregorio Capasso, capo della Procura di Tempio, rilascia all’Ansa. È stato lo stesso Capasso a condurre ieri gli interrogati dei quattro indagati per violenza sessuale. “Data la delicatezza del caso – precisa il procuratore – sulla vicenda manteniamo il massimo riserbo”.

Non parlano neanche gli avvocati del foro di Genova che difendono il gruppo di amici. “Non ci sono dichiarazioni da fare – ha detto uno dei legali – e nulla da dire. Non conosciamo il contenuto degli atti perché sono coperti da segreto”. L’avvocato ha comunque confermato che gli indagati hanno “rigettato ogni addebito“.

La vicenda viene valutata anche sotto l’aspetto politico con Dagospia che sottolinea i tempi di un episodio accaduto da tempo e venuto alla luce solo dopo il giuramento del nuovo Governo di Giuseppe Conte. “Il fattaccio è del 16 luglio, la denuncia è del 6 agosto. Ergo: è rimasta nascosta per quasi un mese proprio a cavallo della crisi di Governo e proprio nei giorni in cui il figlio di Salvini si faceva il giretto sulla moto d’acqua della polizia al Papeete Beach – si legge sul sito di Roberto D’Agostino – e quando Grillo sorprende tutti dichiarandosi a favore di un Governo col Pd, la violenza di gruppo nella sua bella villa c’era già stata”.

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