Violenza donne, l’arcivescovo Baturi: “Da eliminare, serve impegno condiviso”

«L’ultimo fatto che ha scosso l’opinione pubblica nazionale porta i nomi di Giulia e di Filippo. Nomi comuni, che potrebbero appartenere a persone da noi conosciute o a nostri familiari, perché c’è un veleno di violenza che sta davvero corrompendo tanti nostri rapporti. Come Chiesa ci impegniamo anzitutto alla preghiera, perché Dio tocchi il cuore di tanti nostri giovani e accolga nel suo Regno di felicità le vittime di violenza». In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, interviene anche l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi che parla di una “data simbolica” che «non vuole solo richiamare l’attenzione sul fenomeno diffuso qual è il femminicidio, ma che chiede con urgenza un posizionamento politico e socio-culturale netto, con obiettivi solidi».

La violenza sulle donne affligge la nostra società e necessità un impegno condiviso – prosegue Baturi – affinché possa essere eliminata dalle radici, le quali, come ha fatto notare anche il Papa, crescono «nel terreno del pregiudizio, del possesso, dell’ingiustizia». «Ogni giorno è utile per ascoltare fatti di violenza che si insinuano nei rapporti più importanti, quelli affettivi, quelli di fiducia e che vedono vittime le donne, ad opera spesso di uomini incapaci di accettare le loro scelte».

«L’amore vero – conclude Baturi – è quello che non pretende, che non trattiene, che non possiede, ma che serve l’altro nella sua libertà. L’amore è vivere perché l’altro possa vivere, mai costringerlo dentro i nostri schemi istintuali o progettuali. È una giornata che deve far riflettere e che ci induce alla preghiera e all’impegno perché non accada più. La Chiesa si impegna anche all’educazione all’amore e al rispetto della libertà dell’altro».

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