di Lorenzo Musu
La povertà aumenta, in maniera drammatica. In Sardegna come in Italia, e quest’anno come nei precedenti. La Caritas diocesana di Cagliari, nel 2024, conta oltre 180mila richieste di assistenza, 20mila in più rispetto al 2023. In un contesto nazionale da 5 milioni e 600mila persone in condizione di povertà assoluta, fra cui 2milioni e 217mila famiglie, nell’Isola il tasso di povertà Sardegna ammonta a 15.9%, tasso che supera la media nazionale. Sono 118mila le famiglie sarde coinvolte, e altrettante a rischio.
Questo e altro è contenuto nel nuovo dossier della Caritas di Cagliari ‘Un Giubileo di speranza e carità’ illustrato, stamattina a Cagliari, in vista del Giubileo 2025. Presenti con don Marco Lai, direttore Caritas diocesana di Cagliari, il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, della Sardegna e monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari.
A chiedere di più sono le donne. Il report conferma il trend di crescita complessiva femminile in termini di assistenza per genere, e nel 2024, calcola che il 56% degli aiuti sono forniti a donne mentre il restante 44% a uomini. La maggior parte delle richieste arrivano dai sardi, salite nell’ultimo anno rispetto a quelli precedenti, quando si verificava una decrescita costante.
I numeri riferiti all’età dicono che, in prevalenza, si rivolgono alla Caritas i soggetti della fascia lavorativa, cioè quella che va dai 15 ai 64 anni: l’81,1% del totale mentre il rapporto precedente indicava un 90%. Cosa significa? Aumentano le fasce estreme (ultragiovani e anziani) mentre è in calo il numero dei coniugati che rivolgono domande di aiuto (10%).
Il 70% degli utenti assistiti non ha un titolo di studio. Del restante 30%, i laureati rappresentano il 5,6%, un raddoppio rispetto ai dati precedenti. Il 26% delle persone richiedenti assistenza ha un reddito, in qualche modo non sufficiente a colmare i bisogni di base. Assistenza che la Caritas, come ogni anno, fornisce in servizi e beni primari.
I dati crescono, per effetto di fattori come guerre, rincari dell’energia, problemi legati la sanità pubblica, bassi salari. Nel 2024, solo il servizio mensa della Caritas diocesana ha erogato oltre 120mila pasti, in diverse mense sparse per Cagliari. Il centro di assistenza ha distribuito più di 13mila pacchi con cibo ma anche indumenti, libri, gochi per bambini. Il centro ‘Kepos’ per migranti ha registrato 1.489 contatti, in aumento quelli provenienti dalla Bosnia Erzegovina. 1.511 le visite di controllo svolte, oltre 100 bambini visitati. Numeri che evidenziano la povertà, ma anche la solidarietà che riguarda il mondo della Chiesa.
Di solidarietà ha parlato Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale della Sardegna, ai saluti dell’incontro in Consiglio. “Noi tutti dobbiamo impegnarci, attraverso le politiche rivolte alle persone e ai giovani. Non è sufficiente mettere risorse economiche – afferma Comandini -, bisogna mettere anche risorse umane. Viviamo in un mondo in cui molto vicino a noi c’è la guerra, alla quale ci stiamo abituando, è atroce. Ci deve far pensare, dobbiamo ritornare solidali e svolgere il nostro compito per porre fine a queste ingiustizie”. E conclude: “La carità non ha un cuore politico ma umano, bisogna essere vicini per questo giubileo di speranza. Dobbiamo aprire il nostro cuore e la nostra mente. Cercheremo di trasformare i numeri in qualcosa di più concreto, per stare vicino a chi soffre”.
Monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari, ha rimarcato il ruolo dell’assistenza nella soluzione dei conflitti: “Attraverso la Caritas la chiesa diventa uno strumento di aiuto e pace nel mondo. Il tema della povertà è collegato a diverse altre problematiche, fra cui quella della salute. Tra i segni di speranza più convincenti – sostiene Baturi – quelli di misericordia: ciò che colpisce un altro uomo ci riguarda, ci interessa direttamente. Gli anziani hanno bisogno di speranza, i giovani hanno bisogno di memoria”.
Don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana di Cagliari, ha parlato di sussidiarietà: “È la parola chiave di oggi. Anche gli ultimi, i poveri, possono essere sussidiari. Al centro la persona. In ogni uomo e donna c’è una potenzialità incredibile sotto questo aspetto. La chiesa opera un grande sforzo per far emergere questa potenzialità, così che tutti possano contribuire ad un mondo equo, più giusto e migliore”.
Sulla pubblicazione presentata in Sala transatlantico del Consiglio regionale, Lai precisa: “Oggi non viene presentato un semplice dossier. All’interno si trovano riflessioni sui temi più attuali, dalla guerra all’intelligenza artificiale, dalla marginalità dei portatori di disabilità al tema del giubileo. Il dossier parla ovviamente anche di povertà con approfondimenti sull’esclusione sociale, che in Sardegna va sempre più a crescere. Solo la nostra diocesi conta oltre 560mila abitanti – spiega il direttore della Caritas di Cagliari – e rappresentiamo oltre un terzo dell’Isola, perciò interessante discuterne oggi. Viviamo un incontro all’insegna di un giubileo di speranza, per andare oltre la povertà e raggiungere la pace. La nostra chiesa fa e vuole sempre fare di più interagendo con le istituzioni e tutta la cittadinanza”.