di Lorenzo Musu
Ancora tre giorni, per dare la possibilità di un ultimo acquisto ai clienti, soprattutto a quelli storici. Riapre, per tutto il weekend, la rinomata libreria Biblos di Cagliari, a pochi passi da via Garibaldi. Una decisione voluta da Lucia e i suoi figli che, dopo la scomparsa del marito, padre e proprietario Ugo Salomone, hanno pensato di promuovere una vendita degli ultimi articoli rimasti fra gli scaffali. Dentro e fuori la porta del civico 42 di via Oristano si accalca una folla di persone. A ridosso del natale, i clienti più affezionati vogliono portare via almeno un libro e lasciare un abbraccio alla famiglia del noto libraio deceduto lo scorso settembre.
“Abbiamo chiamato solo gli amici, poi la voce si è sparsa in maniera incredibile”, racconta Lucia Salomone, che aggiunge: “Non ce lo aspettavamo: stamattina era così pieno che con i miei figli siamo dovuti rimanere anche a pranzo”.
Ugo, da molti considerato l’unico vero libraio di Cagliari, era un appassionato di libri e dipinti: erano il suo hobby. La moglie descrive così suo marito, e afferma: “Fa impressione vedere tutte queste persone portare via ciò che è rimasto. Comunque sono soddisfatta di tutto questo richiamo che la libreria ha avuto. Tutti lo ricordano veramente con piacere, e devo dire che fa piacere anche a me”.
Sincere e piene di commozione le parole di chi, da Biblios, ci è passato spesso, tanto da instaurare un rapporto affettivo con Ugo, Lucia e il negozio. “Mi considero una cliente fissa, un’amica – dice Elisabetta, tra gli utenti più fedeli -. Conosco la famiglia Salomone da sempre, sono entrata per la prima volta qua da ragazzina. Ugo era una persona colta e mi dava consigli giusti. Un riferimento e adesso che ha chiuso non sarà più lo stesso – racconta la donna –. A Cagliari non esistono librai come lui”. Sulla riapertura, i suoi sentimenti sembrano contrastanti. “Mi fa piacere che oggi ci sia tanta gente e che i suoi libri trovino una destinazione. Allo stesso tempo fa molta impressione. Non sono ancora riuscita ad entrare dentro, ora che non c’è più mi sembra di violare un tempio».