Si sono presentati a decine vestiti con le tute bianche, davanti al parco di Monte Claro, a pochi metri dal punto in cui il piccolo Daniele Ulver è stato travolto e ucciso sul colpo, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali con la madre che spingeva il passeggino in via Cadello a Cagliari. Hanno voluto ricordare il bimbo strappato alla vita dalla velocità di quello scooter in sorpasso, scampanellando per alcuni minuti con le loro biciclette, urlando la loro rabbia per quanto accaduto: “Una tragedia che poteva essere evitata, facendo rispettare i limiti di velocità”, hanno detto.
Gli appartenenti alle associazioni Amici della Bicicletta Cagliari, Afvs – Associazione Familiari e vittime della strada onlus, Ciclofficina Sella del Diavolo, Donne in bici e micromobilità, Facendo cose a Cagliari, Fiab Cagliari, Greenpeace-gruppo locale Cagliari, Legambiente Sardegna, Mesa noa coop food, Utp-Utenti trasporto pubblico Sardegna, alle 9:30 hanno bloccato per qualche minuto via Cadello teatro della tragedia di martedì scorso, per chiedere che in via Caderllo, ma anche in altre strade della città, vengano rispettati i limiti di velocità e vengano trasformate in zone 30 chilometri orari.
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“Città per le persone, non per le auto”, “Vere zone 30”, “Liberi di correre=Liberi di ammazzare” queste le frasi scritte su alcuni cartelli mostrati dai manifestanti e affissi su alcuni cartelloni vicino al parco di Monte Claro. “Questa manifestazione di oggi è quanto chiediamo da venti anni – hanno detto al megafono gli organizzatori della manifestazione – perché questa strada è ad alta velocità e non può essere considerata una strada urbana. Ci sono due asili nido, due parchi e infrastrutture sportive. Va rivista immediatamente, la morte dell’altro giorno era prevedibilissima. L’amministrazione non può mettere solo dei cartelli, deve fare in modo che i cartelli vengano rispettati”.
“Vi chiediamo di rallentare – hanno ripetuto – perché correre non serve. Rallentare vicino a un attraversamento pedonale a voi non cambia nulla, ma può cambiare la vita a chi attraversa”. Il corteo ha poi liberato la strada per fermasi vicino al punto in cui il piccolo Daniele è stato travolto dallo scooter dove adesso sono campasi decine e decine di mazzi di fiori, pupazzi, giocattoli e messaggi di vicinanza alla famiglia.
Ma.Sc.