Alcoa, 150 operai a Roma: “Senza risposte non andremo via da qui”

“Un operaio una famiglia”, “lavoro lavoro”, “Non ci fermeremo mai”, “Da qui non si ca via senza una risposta”: sono alcuni degli slogan che gli operai Alcoa stanno scandendo dinnanzi allo sbarramento creato dai poliziotti in assetto antisommossa durante il presidio organizzato a Roma in occasione del vertice di oggi al Mise. Un incontro particolarmente importante per le sorti dello stabilimento di alluminio sardo quello di oggi tra il ministro Carlo Calenda, i sindacati che rappresentano i lavoratori ex Alcoa di Portovesme, i rappresentanti della Regione e dei sindaci del territorio del Sulcis Iglesiente. La riunione con i lavoratori è stata preceduta da un’altra alle 10, nella quale il ministro ha incontrato i rappresentanti dell’Alcoa. Un incontro propedeutico a quello successivo con i lavoratori e le istituzioni sarde. La finalità, affermano fonti sindacali, sarebbe quella di creare le condizioni affinché la ricerca di un soggetto industriale possa protrarsi oltre il 31 dicembre. Data limite imposta dalla multinazionale americana per lo smantellamento della fabbrica.

 

I circa 150 lavoratori sono partiti ieri pomeriggio intorno alle 16, a bordo di 3 autobus, dallo stabilimento di Portovesme. Con loro hanno portato un pasto frugale e il sacco a pelo usato per trascorrere la notte sulle poltrone o sul pavimento della nave. Le risorse economiche a disposizione non hanno permesso l’acquisto delle cuccette. All’arrivo a Civitavecchia i lavoratori e gli autobus sono stati sottoposti ad accurati controlli di sicurezza da parte delle forze dell’ordine, artificieri e unità cinofile. Disposizioni legate anche all’innalzamento al livello di sicurezza 2 in tutti i porti e aeroporti italiani. Una scorta lunghissima formata da auto e mezzi antisommossa della Polizia di Stato sta accompagnando i lavoratori presso la sede del Mise. Il clima che si respira tra i lavoratori in relazione alla vertenza è fortemente critico. Nessuno si aspetta dal Governo risposte risolutive ma gli operai sono determinati ad ottenere almeno impegni concreti su una possibile soluzione positiva di una vertenza che ormai è arrivata al capolinea. A fine anno infatti altri 250 ex dipendenti della fabbrica di Portovesme perderanno la mobilità. A loro si aggiungeranno altrettanti lavoratori delle imprese dell’indotto. In totale a fine anno saranno oltre mille i lavoratori legati al ciclo di lavorazione dell’alluminio che avranno perso ogni sostegno al reddito.

Carlo Martinelli

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