All’alba di oggi è scattata una vasta operazione della Polizia di Stato che ha colpito duramente un’organizzazione criminale di matrice nigeriana attiva a Sassari e ramificata in diverse regioni italiane ed europee. Il blitz è stato condotto dalla Squadra mobile della Questura di Sassari, guidata dal dirigente Michele Mecca, con il supporto del Servizio centrale operativo di Roma e sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari. Trenta persone sono finite in manette.
I fermi sono avvenuti in varie province italiane: Genova, Verona, Caserta, Terni, Siena e Isernia. Le indagini, basate su intercettazioni telefoniche e ambientali, tecnologie di videoripresa e attività telematiche, hanno rivelato l’esistenza di un sodalizio criminale strutturato in forma verticistica, con un sistema di affiliazione ispirato ai rituali delle mafie tradizionali.
Secondo gli inquirenti, l’organizzazione avrebbe radicato il proprio controllo nel centro storico di Sassari, trasformandolo in un epicentro dello spaccio di droga. Numerose piazze della città erano presidiate dai membri del gruppo, che avrebbe tratto profitti significativi dal traffico di eroina e cocaina — oltre 50 chili di stupefacenti sono stati sequestrati nel corso delle indagini — parte dei quali introdotti in Sardegna con il metodo degli “ovulatori”, ovvero corrieri che ingeriscono ovuli contenenti la droga.
I capitali illeciti, accumulati in Italia, venivano in parte reinvestiti in Nigeria, in particolare per l’acquisto di immobili di lusso. Ma l’azione criminale non si è limitata allo spaccio: grazie alla forza intimidatoria generata dal “cult”, un sistema di appartenenza e controllo interna tipico delle gang nigeriane, il gruppo sarebbe riuscito ad acquisire attività commerciali nel centro città, provocando l’allontanamento di residenti storici. Chi ha tentato di opporsi al radicamento dell’organizzazione nel tessuto cittadino, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato oggetto di minacce e attentati.