Variante Delta nell’Isola arriva a 66,7%: maggioranza ricoverati non è vaccinata

Il 22 giugno in Sardegna la variante Delta (B.1.167.2) del virus SarsCov2 aveva una prevalenza pari al 66,7 per cento, la seconda in Italia dopo il Friuli Venezia Giulia attestato al 70,6. È quanto emerge dall’indagine dell’Iss e del Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler sul monitoraggio effettuato nella giornata presa in considerazione.

“I casi di variante Delta li abbiamo sequenziati anche in campioni di pazienti con una sola dose, nello specifico Pfizer, ma – spiega all’Ansa Ferdinando Coghe, direttore del laboratorio analisi chimico cliniche e microbiologia dell’Aou di Cagliari – non hanno sviluppato sintomi e il decorso della positività è durato un lasso di tempo, meno di 10 giorni, inferiore a quello ordinario. Inoltre – aggiunge il professore – non hanno diffuso la malattia e i lavori scientifici dicono che le varianti, compresa la Delta, non riescono a eludere il vaccino anche se ci possono essere casi low o non-responder. Poi – osserva – c’è da dire che si tratta di casi che arrivano tutti da fuori. Quindi sarebbe bene riuscire a controllare i varchi, come porti e aeroporti, perché sarebbe molto più difficile la diffusione di questa variante”.

In generale la maggior parte di nuovi ricoveri, almeno per quanto riguarda i reparti Covid di Cagliari e Nuoro, evidenziano che sono i non immunizzati a sviluppare sintomi che richiedono un decorso ospedaliero. A Cagliari su 18 ricoveri tutti sono non vaccinati, mentre all’ospedale San Francesco di Nuoro i tre pazienti dell’ultimo mese risultati positivi alla varante Delta sono una donna straniera 60enne vaccinata con Sputnik e arrivata nell’Isola per lavorare come badante, e due non vaccinati. Sempre nel capoluogo barbaricino ci sono altri due ricoverati lungodegenti in fase di dimissioni, anche loro senza aver ricevuto nessuna dose di vaccino.

“Questa rapida indagine – sottolinea Coghe – ci dice che i pazienti non vaccinati hanno maggiore suscettibilità di infettarsi e quindi l’appello che rivolgo è quello di vaccinare, stare distanziati, utilizzare i dispositivi di protezione individuale e tutte le norme di buon senso e civiltà. Sarebbe poi oppurtuno – conclude – effettuare molti più tamponi per monitorare la situazione”.

E il monitoraggio periodico Iss-Ministero della Salute riporta che con 77 casi segnalati al 30 giugno e relativi alla settimana tra il 21 e il 27 giugno in Sardegna l’indice di trasmissibilità R(t) schizza verso l’alto arrivando allo 0.96 dallo 0.62 registrato nei sette giorni precedenti.

Il trend dei casi nel periodo di riferimento, infatti, rileva un aumento del 14.1% dei casi ma anche un -21% dei focolai. Nel complesso quindi la Sardegna ha una classificazione complessiva di rischio bassa.

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