“Figli e figliastri“. Comincia così la lunga nota diffusa dal sindacato Fis-Usae sulle retribuzioni nella sanità. “Mentre da un lato l’Ats chiede la disponibilità di volontari (medici ed infermieri) per dare una impennata al processo di immunizzazione dei residenti in Sardegna – scrive la segretaria Mariangela Campus -, al Brotzu, punta di diamante della sanità regionale, le attività di vaccinazione sono pagate profumatamente”.
La Campus fa riferimento a una mail inviata dal commissario straordinario Paolo Cannas lo scorso 22 marzo e con la quale “i dipendenti sono stati invitato a ‘manifestare interesse ad effettuare attività di somministrazione di vaccini anti-Covid nelle giornate di sabato e domenica‘”. Dalla sigla autonoma spiegano che il “reclutamento di personale a pagamento” riguarda non solo “medici e infermieri, ma anche farmacisti e assistenti sanitari passando per gli amministrativi che avrebbero compiti di registrazione sul portale regionale delle vaccinazioni”.
Sempre stando a quanto riferito dal sindacato, nella lettera il commissario Cannas avrebbe parlato di “attività da svolgersi fuori dai turni di servizio e retribuita con fondi per attività Covid stanziati dalla Regione. Nulla veniva invece specificato – prosegue la Campus – in merito ai criteri di selezione e chiamata del personale. Di sicuro in Sardegna abbiamo chi, con grande senso del dovere e abnegazione, si offre volontario per contribuire al benessere di tutti e chi invece non perde l’occasione per scendere dai piani alti e riprendere la siringa in mano mangiando la foglia delle grandi occasioni”.