Usala, protesta estrema: 7 ore di vita

Un solo respiratore con sette ore di autonomia. Al funzionamento di quell’unico respiratore stamattina sarà legata la vita di Salvatore Usala: se smettesse di funzionare le conseguenze sarebbero immediate e irreparabili. Come lo sarebbero state nell’autunno scorso a Roma, davanti al ministero dell’Economia, quando Usala – malato di Sla da otto anni e leader dell’associazione ‘Viva la vita Sardegna’ – mise in atto una protesta identica per obbligare il governo a ripristinare il fondo per l’assistenza ai disabili gravi.

Vinse la sua battaglia e tornò nell’isola. Il 31 ottobre ricevette la visita, nella sua casa di Monserrato, dei ministri Elsa Fornero e Renato Balduzzi accompagnati dal governatore Ugo Cappellacci e dall’assessore alla Sanità Simona De Francisci. Avviò un confronto con la Regione, presentò proposte elaborate sul fronte della malattia. Un progetto che determinerebbe dei risparmi notevoli che potrebbero essere investiti per migliorare l’assistenza. La burocrazia regionale ha fermato tutto. Ed ecco la nuova protesta.

usala fornero
I ministri Balduzzi e Fornero nella casa di Salvatore Usala

E’ cominciata martedì scorso con lo sciopero della fame dei malati critici (per la maggior parte tracheostomizzati ed allettati). Stamane  passerà alla seconda fase, quella del ‘presidio’ davanti alla sede dell’assessorato alla Sanità. Usala sarà là davanti alla 10.30. E comincerà il conto alla rovescia.

 

E’  la ripetizione della protesta messa in atto  nell’autunno scorso a Roma. Anche in quell ’occasione Salvatore Usala staccò la batteria del respiratore mettendo a rischio la propria vita. Ma allora la controparte era il governo nazionale (che in seguito alla protesta annullò i tagli ai fondi per la disabilità grave riportandoli da 200 a 400 milioni di euro) questa volta è la Regione sarda e, in particolare, il suo apparato burocratico.

Una settimana fa- con una lettera alla De Francisci e a Cappellacci – Usala ha denunciato il mancato adempimento degli ‘impegni solenni’ assunti dalle autorità a favore dei disabili gravi. La risposta della Regione è arrivata poche ore dopo: “Stiamo lavorando per rispettare gli impegni”. Ma ha avuto l’effetto di aggravare la tensione. Tanto che Usala ha subito riconfermato la volontà di inasprire la protesta mettendo ancora una volta a rischio la propria vita: “Vedrete – ha dichiarato – come un sardo muore”.

Nel nuovo comunicato ha avanzato esplicitamente il sospetto che gli ostacoli al suo progetto di semplificazione delle procedure  vengano anche da quanti lucrano dal business dell’assistenza (“Gli sciacalli”, li definisce): “E’ chiaro a tutti che si esprimono in becero politichese senza dare concrete risposte”. E, rivolto alla De Francisci e a Cappellacci, scrive:  le autorità politiche regionali hanno “pareri qualificati di Direttori di rianimazione, non dilettanti allo sbaraglio o burocrati nominati dalla politica, spesso incompetenti totali”.

N.B.

 

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