Non dovranno essere più i comitati di verifica composti da membri del Ministero della Difesa a valutare le cause di servizio dei militari affetti da patologie contratte nell’esercizio della professione, ma l’Inail. È questo il nodo centrale della proposta di legge elaborata dalla Commissione sull’uranio impoverito presieduta dal deputato Gian Piero Scanu e presentata alla Camera, dove è stata sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari.
“Con questa legge, che ci auguriamo venga approvata dal parlamento entro la fine dell’anno – spiega Scanu -, proponiamo che si esca dall’ambito autoreferenziale che governa la vita professionale dei militari. Finora, infatti, la cosiddetta giurisdizione domestica non ha fatto altro che porre in una condizione di minorità il personale militare attivo nei teatri di guerra, nei poligoni e negli arsenali. Dovrà, pertanto, essere l’Inail a valutare le cause di servizio presentate dai lavoratori. Solo in questo modo, riformando il rapporto tra controllore e controllato, sarà possibile riservare ai dipendenti della Difesa un trattamento eguale agli altri lavoratori”.
“Ad oggi più di duemila militari hanno fatto domanda di risarcimento per patologie correlate a uranio impoverito, amianto, radon e multifattorialità. Solo un terzo di loro ha ricevuto risposta positiva. Gli altri sono in attesa di un verdetto o si sono visti negare il risarcimento”, ricorda Scanu.
Sulla proposta di legge esprime parere positivo anche Domenico Leggiero dell’Osservatorio militare, un comitato che ha assistito centinaia di militari ammalatisi in seguito all’esposizione ad agenti patogeni nello svolgimento della professione.
Il testo di legge depositato alla Camera non contiene riferimenti ai civili che vivono nei dintorni dei poligoni, come viene notato durante la conferenza stampa indetta dalla Commissione sull’Uranio impoverito oggi a Roma. “La proposta di legge oggi al vaglio del parlamento – risponde Scanu – è il frutto della prima relazione intermedia sull’attività della Commissione, che finora si è principalmente occupata dei problemi connessi alle cause di servizio presentate dal personale militare. Una successiva relazione, che si occuperà nello specifico dei poligoni, sarà depositata entro dicembre”. “Niente sarà trascurato – assicura Scanu. Oltre ad approfondire il tema della salute dei civili che vivono nei dintorni delle basi, la nuova relazione e gli atti che da essa discenderanno includeranno anche la richiesta di riduzione della presenza dei poligoni nell’Isola. Nello specifico, si chiederà la chiusura di Capo Teulada e Capo Frasca”.