Università di Cagliari, a due anni dal crollo a Sa Duchessa i lavori procedono a rilento. Altri incidenti negli ultimi mesi

di Umberto Zedda

I lavori di restauro e riqualificazione dell’ex facoltà di Geologia a Cagliari procedono a rilento, lasciando l’ingresso di via Trentino circondato da barriere e impalcature, con un completamento dei cantieri che è stato più volte posticipato. La chiusura prolungata di questa struttura, che un tempo ospitava numerose aule e laboratori, ha costretto l’Università di Cagliari a riorganizzare gli spazi temporaneamente. Gli studenti e il personale hanno affrontato numerosi disagi, tra cui lezioni sovraffollate e difficoltà nel trovare spazi disponibili.

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Tutto attorno all’ingresso della facoltà, ancora molto battuto perché in comune con la biblioteca Dante Alighieri, oltre alle transenne ha iniziato a formarsi una discarica a cielo aperto favorita dal passaggio di studenti e personale. Buste della spazzatura, elettrodomestici guasti, vestiti, tutto si raccoglie di fronte alla scalinata dove poco più di due anni fa è crollato il solaio dell’aula vardabasso. 

Dalle parole del Rettore Mola, ospite del programma “In viaggio con la Banca d’Italia”, l’anno scorso era emerso che l’edificio sarebbe potuto rinascere entro due anni. Nel cartello di cantiere oggi si legge che l’ultimazione dei lavori è prevista nell’aprile 2027, due anni in ritardo rispetto a quanto prospettato nel 2023.  L’area, ora priva del ricordo della tragedia sfiorata, attende la fine dei lavori.

La notte del 18 ottobre 2022 verso le 21 e 45 l’aula vardabasso nell’ex edificio di Geologia è collassata su sé stessa “a causa del ribaltamento dell’impianto di climatizzazione su un solaio già sovraccaricato nel 1976, quando il pavimento fu rifatto su quello preesistente”, questa è la perizia depositata da Maria Cristina Onnis, ingegnera strutturista e consulente del pm incaricato dell’indagine sul crollo Giangiacomo Pilia nel 2023. 

Nella relazione tecnica dell’ingegnera Onnis si legge: “Una pompa di calore si stacca e trascina quella a fianco e poi l’altra ancora, fino a portarsi dietro l’unità esterna. A questo punto la macchina si ribalta e colpisce un travetto che cede”, ciò avrebbe creato un effetto domino culminato con il crollo dell’edificio. 

“L’ateneo ha già verificato la stabilità delle strutture accanto all’aula crollata – aveva dichiarato il Francesco Mola a un anno dal crollo -. In realtà il programma di verifica sugli edifici dell’Università era cominciato prima del crollo”, aveva così rassicurato.

Da quel tragico 18 ottobre, l’ex facoltà di Geologia è rimasta chiusa e sono stati avviati lavori di messa in sicurezza dell’intera area. L’Università ha stanziato 8 milioni per la ricostruzione, confidando nel contributo di Stato e Regione, come emerso dal primo appuntamento di “In viaggio con la Banca d’Italia” dalle parole del rettore Mola. 

Gli altri casi

Il crollo della facoltà di Geologia non è purtroppo un caso isolato: ad ottobre del 2023 nell’aula arcari della facoltà di Scienze Economiche Giuridiche e Politiche in via Sant’Ignazio alcuni pannelli del controsoffitto hanno ceduto comportando una temporanea inagibilità del locale. L’associazione studentesca Unicaralis aveva fatto sapere che nonostante il danno non fosse ingente gli studenti iniziavano ad “avere paura”.

Negli ultimi mesi si sono verificati altri incidenti che hanno messo in evidenza le criticità del polo universitario di Sa Duchessa: le varie crepe, i cedimenti e le infiltrazioni d’acqua hanno spinto l’Ateneo a pianificare interventi di restauro nei vari edifici. L’obiettivo è evitare che episodi come il crollo dell’ex facoltà di Geologia non si ripetano.

Tuttavia, il 23 di settembre, nell’aula specchi del corpo aggiunto del polo Sa Duchessa il vetro di una finestra si è staccato dalle guaine di protezione cadendo sull’operatore di turno. L’uomo ha riportato un trauma cranico e dieci punti di sutura alla testa, tre costole rotte di cui una scomposta e la lussazione ad una spalla. 

Recentemente, le forti piogge di ottobre hanno facilitato l’infiltrazione d’acqua sul soffitto dell’edificio di Psicologia causando il cedimento di polvere e intonaco e allarmando gli studenti sulla situazione delle strutture e sulla propria sicurezza.

Il 15 ottobre nell’aula 1b dell’edificio di Psicologia nel polo Sa Duchessa dell’intonaco si è staccato dal soffitto durante una lezione. L’aula è stata chiusa per le tante segnalazioni degli studenti. Il 18 ottobre una plafoniera, a causa dell’improvvisa chiusura di una porta antincendio, è precipitata subito fuori dalla stessa aula, riempendo di cocci di vetro l’ingresso. Pochi giorni dopo, il 21 ottobre, si è ripresentato il problema dato dalle infiltrazioni d’acqua: durante una lezione si è staccato dell’intonaco cadendo sugli studenti che preoccupati hanno abbandonato l’aula.

“A partire dal 15 ottobre – ha dichiarato Gaia Ruggeri, rappresentate degli studenti per Reset – le segnalazioni sono state molteplici. L’aula è stata chiusa diverse volte poi riaperta. Confrontandoci con i tecnici ci è stato comunicato che l’aula presentava un grosso problema di infiltrazioni che ad oggi pare risolto. Ma i disagi sono stati molteplici soprattutto per gli studenti che hanno visto le loro lezioni sospese, per non parlare della preoccupazione dovuta alla situazione delicata”.

Gli interventi sono stati tempestivi. “l’Ateneo ci ha comunicato che nel momento in cui verranno segnalati nuovi problemi sarà pronto ad intervenire, e che inoltre cercherà di portare avanti un approccio il più comunicativo possibile. Noi speriamo che nel momento in cui sfortunatamente si presenteranno nuovamente queste problematiche, venga tutto gestito al meglio”, ha concluso Ruggeri. Con la programmazione di ulteriori interventi di manutenzione e restauro, l’Università cerca di rispondere alle difficoltà infrastrutturali e di rassicurare la comunità studentesca, che chiede garanzie di sicurezza.

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