Una porta sul passato con uno sguardo al futuro: la cappelleria Martello racconta la storia di Cagliari e d’Italia

di Umberto Zredda

In via Sassari 92, nel cuore di Cagliari, dove i passanti scorrono frettolosamente, il tempo sembra essersi fermato. Dal 1888, un’unica insegna racconta la storia della città attraverso il cappello uno degli accessori più eleganti di sempre. questa insegna è la cappelleria Martello, la più antica della Sardegna.

Copricapo storici marchiati Borsalino, ma anche tantissimi berretti – sardi e non – cerchietti retrò e tanti altri modelli riempiono l’atmosfera del negozio, catapultando il cliente in un’epoca da cui il look contemporaneo continua ad attingere. A rendere ancora più unico lo spazio, cappelli personalizzati trasformati in lampadari che illuminano il locale e ne raccontano la creatività.

Fondata da Antonio Martello, partito da San Vito al Tagliamento (Pordenone) in cerca di fortuna, la cappelleria è molto più di un negozio: è parte della memoria storica della città, un frammento vivo di Cagliari. La prima sede aprì in Corso Vittorio Emanuele II e nel 1929 si trasferì in via Sassari, dove ancora oggi accoglie clienti affezionati, curiosi e turisti.

Nel 1893 l’attività divenne la prima in Sardegna a trattare i cappelli Borsalino, mentre nel 1900 lanciò la propria linea: “Martello“, ancora oggi sinonimo di eleganza e attenzione alla sostenibilità.

Oggi la cappelleria è guidata dalla quarta generazione della famiglia, che ha saputo innovare nel solco della tradizione. Il 2016 ha segnato un punto di svolta con un restyling curato dallo studio di interior design Gamassi, dando il via a una nuova stagione creativa. Da allora sono nate collaborazioni con fotografi, designer e stilisti come Antonio Marras, che nel 2021 ha firmato un’installazione ispirata alla storia del negozio.

Marco Caboni, ideatore del progetto Velette Sospette, è uno degli artisti che dialogano costantemente con lo spirito dell’attività di via Sassari: “Utilizziamo sempre la tecnica tradizionale per creare i nostri prodotti – racconta –. Di base prendiamo le fogge di archivio e le reinterpretiamo, utilizzando materiali con una loro storia. Non si tratta di vintage per come lo intendiamo, i prodotti sono tutte novità: come reinventiamo qualcosa che porta i segni del tempo, ci reinventiamo noi, con nuove idee”.

In un mercato dominato dalla produzione industriale e dall’omologazione, la cappelleria Martello rappresenta una rarità. Eppure, continua a resistere con discrezione e autenticità, grazie a una clientela affezionata e a un equilibrio virtuoso tra memoria e innovazione. Sono attivi anche una pagina Instagram e un sito web, strumenti preziosi per raccontarsi oltre i confini del negozio.

“Questo tipo di attività si basa sulle persone, i rapporti umani sono alla base. Il cappello va a una persona come gli occhiali. Quando vengono i ragazzi o le ragazze a scegliere il primo copricapo si buttano nella varietà, ma la scelta rimane sempre individuale: ogni persona si vede in modo diverso. Abbiamo spesso clienti in inverno, perché essendo affezionati comprano un cappello nuovo per l’anno; d’estate, con l’ondata di turisti, invece c’è sempre tanto lavoro”.

L’Antica Cappelleria Martello è oggi sotto l’attenzione della Soprintendenza Archivistica della Sardegna, che ha avviato l’esame dell’archivio della ditta per valutarne l’interesse storico e l’eventuale inserimento nell’elenco dei beni culturali tutelati dallo Stato.

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