Ucciso a fucilate ad Arzana, il parroco al funerale: “Assassini, pentitevi”

“Chi ha commesso il delitto per cui piangiamo oggi, magari per soddisfare una vendetta privata, ha ostacolato la strada di questo paese verso il progresso, facendo soffrire una famiglia e una comunità intera. Ma indietro non si torna: tutta la comunità di Arzana è chiamata a essere protagonista del futuro”. Le parole del vescovo della Diocesi di Lanusei, Antioco Piseddu, rimbombano chiare nella chiesa di San Giovanni Battista, ad Arzana, mentre si celebrano i funerali di Pietro Piras, allevatore ed ex ragioniere del Comune di 67 anni, ucciso domenica mattina mentre rientrava dalla sua campagna. Ma rimbombano ancora più forte le parole del parroco don Vincenzo Pirarba: “Questo omicidio fa ripiombare Arzana negli anni ’80 e ’90 quando il paese è stato attraversato da una lunga scia di sangue. Gli autori di questo delitto non cambieranno se non si consegneranno a Dio. E allora faccio un appello sia agli assassini dell’ultima ora che a quelli del passato: pentitevi confessatevi perché verrà il giorno del giudizio anche per voi“.

Una folla immensa ha accompagnato il feretro di Pietro Piras, seguito dalla moglie e i cinque figli pietrificati dal dolore. Nel frattempo le indagini proseguono. Stamattina nella caserma di Arzana si è svolto un vertice tra gli inquirenti: da Cagliari è giunto il procuratore generale della Corte d’Appello Ettore Angioni, con lui in riunione il colonnello Vincenzo Bono, a capo del Comando provinciale dei Carabinieri di Nuoro, il comandante del Reparto operativo, colonnello Simone Sorrentino, il capitano Luigi Mereu del nucleo investigativo e il capitano della compagnia di Lanusei Danilo Cimicata. Sul contenuto dell’incontro c’è uno stretto riserbo. Il compito del procuratore generale tuttavia è quello di favorire il coordinamento tra le varie procure che si occupano di uno stesso caso. Escluso, almeno in questa fase delle indagini, il coinvolgimento della Dda di Cagliari.

Le piste seguite per l’omicidio di Pietro Piras sono diverse: una di queste affonda le radici nella seconda metà degli anni ’90 quando un fratello della vittima venne condannato per il sequestro De Angelis e ritenuto colui che avrebbe condotto le trattative per la liberazione degli ostaggi nei sequestri Melis e Soffiantini. Un altro fratello di Piras fu ammazzato 60 anni fa. Intanto i carabinieri della compagnia di Lanusei hanno effettuato decine di interrogatori e perquisizioni nel mondo della campagna e in paese ad Arzana. Alcune risposte sulla dinamica dell’agguato sono arrivate ieri sera dall’autopsia eseguita dall’anatomo patologo Roberto Marcialis: Pietro Piras è stato ucciso con tre colpi di fucile di cui uno alla faccia, da distanza ravvicinata, che lo ha sfigurato. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore di Lanusei Nicola Giua Marassi.

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